Delusione di molti Paesi alla Cop25 di Madrid perché non si è riusciti a raggiungere un accordo sull'articolo 6 dell'Accordo di Parigi sulla regolazione globale del mercato del carbonio, il nodo più difficile da sciogliere. Il che significa che se ne dovrebbe riparlare a Bonn nel giugno 2020.
I colloqui dovevano terminare venerdì ma, non avendo raggiunto alcun accordo, i lavori si sono protratti fino a domenica. I rappresentanti dei Paesi in via di sviluppo e i gruppi ambientalisti hanno affermato che le bozze circolate hanno rischiato addirittura di annullare o bloccare gli impegni assunti nell'accordo di Parigi del 2015, accentuando la forbice tra quello che richiedono gli scienziati e quello che i negoziatori sono disposti a offrire. Tra le questioni principali ancora in discussione, come detto, vi sono le norme destinate a regolare i mercati internazionali del carbone e un sistema di investimenti per aiutare i paesi poveri ad affrontare l'impatto economico dei cambiamenti climatici.
Qualcuno tenta di forzare la mano: "Abbiamo la scienza. Abbiamo la volontà politica di dare seguito all'accordo di Parigi. E ora è il momento di intensificare gli sforzi", ha dichiarato Ola Elvestuen, ministro dell'Ambiente della Norvegia. "Un debole incoraggiamento non sarà compreso dal mondo esterno", ha aggiunto. "Trasmetterà il messaggio che non stiamo ascoltando la scienza".
Anche il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha esternato la propria delusione, affermando che "la comunità internazionale ha perso una opportunità importante per mostrare maggiore ambizione" nell'affrontare la crisi dei cambiamenti climatici. Lo ha scritto su Twitter, sottolineando poi: "Non dobbiamo arrenderci, e io non mi arrenderò".
Si accoda anche Legambiente che in una nota rimarca come "ai governi è mancato il coraggio di rispondere con impegni concreti ai milioni di cittadini, soprattutto giovani, scesi nelle piazze di tutto il mondo per chiedere un'azione forte e immediata". “I prossimi anni – continua - saranno cruciali. L'Europa può e deve ridurre le sue emissioni di almeno il 65% entro il 2030".