Dal 17 febbraio, certificati e mascherine non saranno più necessari in Svizzera. Resta di fatto solo l’obbligo, fino a fine marzo, di indossare il dispositivo di protezione sui trasporti pubblici e nelle strutture sanitarie. A comunicarlo, durante una conferenza stampa da Berna, il Consiglio federale che fa così cadere ogni limitazione per accedere a negozi, ristoranti, strutture per la cultura, strutture aperte al pubblico e manifestazioni, nonché per gli incontri privati. Data la tuttora forte circolazione del virus, il Consiglio federale ha deciso di mantenere l’obbligo di isolamento per cinque giorni per le persone che risulteranno positive al test. Revocati anche i provvedimenti sanitari all’entrata in Svizzera: da domani non sarà più necessario presentare un certificato di vaccinazione o di guarigione o il risultato negativo di un test e non occorre più compilare il modulo di entrata.
Ai microfoni della RSI, il dottor Mattia Leppori dell’Ente ospedaliero cantonale ha spiegato come ci sia stato “un miglioramento della situazione epidemiologica”, ma che è “difficile valutare le conseguenze di queste nuove scelte”. “L’abolizione del Covid Pass – aggiunge - non avrà una grossa incidenza sui contagi, l’abolizione delle mascherine generalizzata avrà forse delle conseguenze sulla persone vulnerabili; consiglio di continuare a portarla senza vergogna e senza timore”.
Esprime soddisfazione sia il sindaco di Lugano, Michele Foletti, contento di “poter portare a termine l’organizzazione degli aventi più importanti”, sia – e soprattutto – il settore della ristorazione. “Grazie a un buon grado di immunità, alla responsabilità individuale e all’esperienza acquisita – commenta il Consiglio di Stato ticinese - possiamo ora continuare a convivere con il virus senza ulteriori provvedimenti”. La prudenza resta però essenziale. Se la situazione epidemiologica evolverà come previsto, dal 1° aprile si ritornerà alla situazione normale.