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Cremlino: sabotaggio Nord Stream “diretto e coordinato” da militari britannici

Londra respinge seccamente ogni accusa, anche quelle riguardanti l'attacco alla baia di Sebastopoli. In giornata colloquio Erdogan-Putin; al centro l'accordo di Istanbul sulle esportazioni di cereali

1 nov 2022
L'aggiornamento sul conflitto in Ucraina
L'aggiornamento sul conflitto in Ucraina

Evento di una gravità inaudita il sabotaggio ai gasdotti Nord Stream; con ricadute geopolitiche difficilmente calcolabili, essendo stato compromesso – forse irrimediabilmente – il legame energetico fra la Russia e la Germania. Secondo Mosca quell'attacco fu “diretto e coordinato” da militari britannici; così come il raid con droni alla Baia di Sebastopoli. Parole come macigni quelle del portavoce di Putin, Peskov; “i nostri servizi di intelligence – ha sottolineato – dispongono di prove”. E mentre Mosca invita l'Europa a non restare “in silenzio”, Londra respinge le accuse: fanno parte del “manuale di distrazione dalla realtà” usato dal Cremlino, è stato detto; e ciò – secondo il ministro degli Esteri Cleverly - alla luce dei “fallimenti sui campi di battaglia”. Al momento, tuttavia, si registra un sostanziale stallo, se non piccoli avanzamenti russi in settori circoscritti del Donetsk. Da non escludere, comunque, una nuova offensiva ucraina di ampia portata, nelle prossime settimane.




Nel frattempo, nonostante i moniti di Mosca – che dopo l'attacco alla flotta del Mar Nero aveva sospeso la propria partecipazione all'accordo di Istanbul –, proseguono, con la supervisione di ONU e Ankara, le partenze di navi cariche di grano dai porti ucraini. Un'incognita la possibile risposta russa, anche se il colloquio odierno tra Erdogan e Putin lascia intendere una previa consultazione tra i due Paesi sugli ultimi sviluppi di questo dossier. Stando a quanto riportano i media il Presidente turco – che si conferma mediatore insostituibile – ha detto all'omologo russo che risolvere la crisi del grano, con un approccio costruttivo, incoraggerebbe una ripresa dei negoziati. Difficili, tuttavia, da ipotizzare in questa fase. Oggi nuove minacciose dichiarazioni di Medvedev, riguardo la deterrenza nucleare; ma pesano soprattutto i sistematici strike di Mosca sulle infrastrutture energetiche ucraine. Da qui le ripetute richieste di Kiev ad Israele, di forniture di sistemi di difesa aerea. Fino ad ora cadute nel vuoto. Ma il quadro politico dello Stato Ebraico è in perenne evoluzione. Oggi le quinte elezioni legislative in meno di 4 anni, che potrebbero segnare il ritorno al potere dell'ex Primo Ministro Netanyahu, contrapposto al blocco del centrista Lapid. Stando ai sondaggi – tuttavia - lo stallo potrebbe proseguire, perché nessuno dei 2 fronti avrebbe i fatidici 61 seggi che assicurano la maggioranza alla Knesset.





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