Crisi che sembra articolata su più piani. Da una parte i confronti fra leader, che si susseguono in modo convulso; dall'altra le privazioni, la paura, che si respira nelle trincee del Donbass. Dove sembrano scaricarsi tutte le tensioni di questo dossier, con pesanti ripercussioni sui civili. In corso la maxi-evacuazione - dalle autoproclamate repubbliche separatiste - di donne, anziani e bambini; diretti nell'oblast russo di Rostov. Proprio qui, a poca distanza dal confine con l'Ucraina, sarebbero caduti oggi due colpi d'artiglieria. Nessun commento del Cremlino; e questo sembrerebbe rafforzare la tesi di chi ritiene improbabile un'invasione, che avrebbe conseguenze geopolitiche ed economiche inaccettabili per Mosca. Intenzionata, piuttosto – sostengono vari analisti -, a mantenere credibile la minaccia; da spendere in sede negoziale.
In quest'ottica, forse, le manovre militari e missilistiche iniziate oggi, e supervisionate da Putin e Lukashenko. Ma la sensazione è che la situazione possa precipitare in qualsiasi momento, nel Donbass. Accuse speculari di violazioni del cessate il fuoco. Kiev parla di due soldati uccisi; mentre i leader filorussi, che hanno dichiarato la “mobilitazione generale” denunciano l'ammassamento di forze nemiche, pronte all'attacco. Caduti colpi di mortaio a poche centinaia di metri dal ministro degli Interni ucraino, in visita al fronte. Nelle stesse ore la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, con l'intervento del Presidente Zelensky. “Difenderemo il Paese con o senza partner”, ha dichiarato; essendo emersa chiaramente, del resto, la volontà di Washington e NATO di non intervenire militarmente. Da Zelensky anche la disponibilità ad incontrare Putin: apertura non scontata. E mentre Francia e Germania invitano i propri cittadini a lasciare con urgenza l'Ucraina, gli Stati Uniti continuano a sostenere come la Russia sia pronta a colpire. I soldati – ha ammonito il Segretario alla Difesa Austin – “si stanno spostando nelle posizioni giunte” per un attacco. Più cauta il Ministro agli Esteri tedesco Baerbock, che invita a “non presumere” le decisioni del Cremlino. Un timido segnale di distensione in vista del colloquio telefonico di domani fra Putin e Macron. “Imprescindibile – ha dichiarato oggi Di Maio alla riunione G7 Esteri – il dialogo con la Russia”.