Toni sempre più bellicosi tra Mosca e blocco occidentale; la speranza è che dietro le quinte qualcosa si stia muovendo perché l'impressione è che si sia ormai sull'orlo dell'abisso. Un'incognita ciò che accadrà una volta perfezionate – è questione di giorni - le procedure per l'annessione alla Russia dei territori ucraini occupati. Referendum privo di qualsiasi valore, per gran parte della Comunità internazionale; ma utile a Mosca per dispiegare nelle 4 oblast i riservisti mobilitati, e soprattutto utilizzare la deterrenza nucleare per ciò che resta delle proprie conquiste. Sui campi di battaglia l'iniziativa è tuttavia da tempo nelle mani di Kiev; improbabile rinunci ad avanzare ancora.
Mentre al Cremlino si parla in queste ore di offensiva nel Donetsk per raggiungere i confini amministrativi; e i filorussi annunciano una “nuova fase di combattimenti”. Situazione che ricorda una partita a poker, con continui rilanci. Washington prepara dal canto suo un nuovo pacchetto di armi per l'Ucraina da oltre 1 miliardo di dollari, in previsione dell'annuncio dell'annessione. A quel punto si chiuderà forse anche l'ultima finestra di dialogo e ogni scenario sarà possibile. Segnale inquietante l'esortazione delle amministrazioni di Stati Uniti, Polonia e Bulgaria – ai propri cittadini che si trovino in Russia – ad andarsene urgentemente, utilizzando i trasporti commerciali ancora disponibili.
In questo quadro di massima tensione le 3 contemporanee esplosioni che hanno colpito i gasdotti Nord Stream: principale asset del Cremlino per esercitare pressioni sulla Germania e l'intero Vecchio Continente. Che si sia trattato di un atto deliberato è la stessa UE a riconoscerlo. La tesi di Kiev, ripresa anche ad Occidente, è che si sia trattato di un attacco russo sotto falsa bandiera, per destabilizzare l'Europa. Accuse assurde per Mosca, che invoca una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, e sospetta vi sia l'America dietro il sabotaggio. La portavoce del Ministero degli Esteri ha infatti postato il video di una conferenza stampa del 7 febbraio, nella quale Biden sottolineò come in caso di invasione della Russia all'Ucraina, non vi sarebbe più stato un Nord Stream 2. “Vi metteremo fine”, disse. Insinuazione ridicola per la Casa Bianca. Di certo il danno è stato ingente; secondo i media tedeschi le due pipeline gemelle potrebbero anche risultare inutilizzabili per sempre. Un fatto di enorme rilevanza geopolitica, che fa passare in secondo piano la proposta – da parte della Commissione Europea – di un ottavo pacchetto di sanzioni alla Russia, che includa il “price cap” al petrolio.