Obiettivi ambiziosi: sconfiggere la fame, raggiungere la sicurezza alimentare e migliorare la nutrizione entro il 2030. Nel mondo una persona su dieci ancora non ha cibo a sufficienza. Il Programma Alimentare Mondiale, World Food Programme, da sei decadi si impegna tra progetti di sviluppo e interventi di emergenza, da quando nel 1961 il presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower volle partire con l'esperimento di fornire aiuti alimentari tramite il sistema delle Nazioni Unite.
“Noi crediamo che il cibo sia la via per arrivare alla pace”: con questo impegno nel 2020 il World Food Programme è riuscito ad ottenere il premio Nobel per la pace. Oggi l'organizzazione lavora in 123 paesi e territori, unendo l'assistenza d'emergenza allo sviluppo a lungo termine e adattando le attività al contesto e alle sfide di ogni luogo e della sua popolazione. Un settore molto importante da curare è l'alimentazione scolastica: ogni giorno milioni di bambini vanno a scuola a stomaco vuoto, la fame influisce sulla loro capacità di apprendere.
L'unica ragione per cui vengono mandati in una scuola è sapere che lì troveranno cibo, che dunque diventa veicolo indispensabile per avere un'istruzione. Grazie al Programma 418 milioni di bambini ricevono pasti a scuola ogni giorno. Anche la crisi climatica contribuisce da almeno un decennio ad aumentare la fame nel mondo. L'organizzazione salva vite a seguito di disastri climatici, e attiva soluzioni di gestione del rischio in 42 paesi, a vantaggio di oltre 15 milioni di persone. Tanti dell'organizzazione sono morti per aiutare a debellare la fame nel mondo: vengono ricordati con una targa commemorativa e una cerimonia ogni anno. Anche San Marino ha la sua rappresentanza permanente presso il Programma e ha contribuito a progetti umanitari: sono oltre 60 i governi che sostengono le attività con le donazioni.
Nel video l'intervista a Carmen Burbano, direttrice programmi scolastici Wfp