Continuità, rispetto all'azione del predecessore; pragmatismo. Queste, ad avviso di Nicola Pedde, le possibili coordinate del mandato di Ebrahim Raisi. Vittoria annunciata la sua, in elezioni caratterizzate però dalla più bassa affluenza mai registrata nella storia della Repubblica Islamica. L'elettorato centrista e riformista, insomma, avrebbe disertato in massa le urne. “Ultraconservatore”: così vari media internazionali hanno subito definito Raisi. In realtà, afferma Pedde, “siamo di fronte ad un profilo molto diverso”.
A suo avviso, infatti, il Presidente eletto - da un punto di vista politico - è riconducibile all'ambito dei tradizionalisti. Strategico, per l'economia iraniana, l'accordo sul nucleare. Secondo il Direttore dell'Institute for Global Studies non vi saranno significativi scostamenti rispetto alla linea impostata da Rohani e peraltro già approvata dalla Guida Suprema Ali Khamenei. C'è “un interesse personale da parte di questo Presidente – continua Pedde – a non trasformare il suo mandato in un'esperienza di rottura; perché con ogni probabilità questa esperienza politica servirà anche a preparare i presupposti per una sua eventuale futura candidatura al ruolo della Guida quando la carica sarà vacante”.
Nel servizio l'intervista Skype a Nicola Pedde (Direttore IGS)