Comunque la si pensi è stato una figura centrale della storia contemporanea dell'Egitto. Il mese scorso era stato sottoposto ad un intervento chirurgico e si trovava da quel momento in terapia intensiva, in un ospedale militare al Cairo. All'età di 91 anni non è riuscito a superare la crisi. Hosni Mubarak, per i detrattori, fu una sorta di “autocrate soft”; responsabile di repressione politica, corruzione diffusa, e privatizzazioni selvagge. Ma fu anche un difensore dei cristiani copti; e fu inflessibile, con i gruppi islamici più radicali. La parabola politica dell'erede di Sadat termina con le cosiddette Primavere arabe, e i moti di piazza Tahrir, che tentò inutilmente di soffocare, finendo infine per dimettersi. Il suo successore non avrà miglior fortuna. Mohamed Morsi, esponente dei Fratelli Musulmani, verrà rimosso dai militari nel 2013; morendo in carcere 6 anni dopo. Nel 2012, invece, Mubarak viene condannato all'ergastolo; ma è liberato nel 2017, dopo la revisione dei processi chiesta dai suoi avvocati. La notizia della sua morte ha curiosamente unito, nel cordoglio, due leader su fronti opposti. Benyamin Netanyahu lo ha definito un “amico personale”, che “ha condotto il suo popolo verso la pace con Israele”. Il presidente dell'ANP Abu Mazen ha lodato invece le posizioni prese da Mubarak “a sostegno della causa palestinese”; esprimendo tristezza e dolore per la sua scomparsa.
Egitto: è morto Hosni Mubarak. Presidente per un trentennio
La sua parabola politica terminò con le cosiddette Primavere arabe
25 feb 2020
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