Dopo il 2018 dedicato al centenario della nascita di Sheikh Zayed, il fondatore degli Emirati Arabi Uniti, il 2019 è stato dichiarato dal Governo "Anno della tolleranza". Con tre notizie importanti, per cominciare: l'avvio di una soluzione politica alla guerra in Yemen, la visita del Papa ad Abu Dhabi, che a febbraio celebrerà la messa nello stadio della capitale, e la progressiva distensione dei rapporti con Israele, con la conseguente apertura anche verso la religione ebraica.
"Qui negli Emirati -ha dichiarato Sheikh Khalifa Al Nahyan, Presidente del Paese -l'Anno della tolleranza sarà celebrato come uno sforzo per portare avanti ulteriormente il sogno di creare una società tollerante e coesa, aperta a popoli di culture e religioni diverse". Aldilà delle dichiarazioni ufficiali e della propaganda, in questo momento gli Emirati Arabi sono indubbiamente un punto di riferimento, o quantomeno un esperimento riuscito, di convivenza pacifica e costruttiva di persone provenienti da tutto il mondo e di tutte le religioni. La moschea accanto alla cattedrale cattolica di san Giuseppe, ad Abu Dhabi, è stata di recente dedicata a “Maria, madre di Gesù”, è in costruzione, sempre ad Abu Dhabi, un nuovo tempio indù, mentre la comunità ebraica degli Emirati, dopo la visita ufficiale della ministra israeliana dello Sport e quella del premier Netanyahu in Oman, è stata invitata finalmente ad uscire dall'ombra. In questi giorni di bilanci di fine anno, i media locali hanno sottolineato come il mondo stia vivendo un periodo di violenti scontri culturali, dai campi di battaglia in Medio Oriente, al populismo che dilaga sia in Europa che negli Stati Uniti, con l'odio e il sospetto verso "l'altro" in costante aumento; al contrario negli Emirati –scrive il quotidiano The National -convivono persone di oltre 200 nazioni diverse e il Paese accoglie tutte le fedi. Nel 2015 è stata approvata una legge contro le discriminazioni e l'odio, dal 2016 il Paese ha il Ministro della Tolleranza, incaricato di far rispettare l'impegno della nazione per sradicare il fanatismo ideologico, culturale e religioso, e per questo 2019 è pronto il “National Programme for Tolerance", piano che in 5 punti promuoverà i valori della tolleranza, soprattutto tra i giovani.
Intanto il Paese, e in particolare Dubai, nonostante la recessione dell'anno che si sta per concludere, non si ferma nella corsa verso Expo 2020, con grandi progetti che nel 2019 si avvieranno verso la conclusione, tra i quali MeydanOne, il più grande mall del mondo, e The Tower, nuovo grattacielo che supererà il Burj Khalifa.
Da Dubai,
Elisabetta Norzi
"Qui negli Emirati -ha dichiarato Sheikh Khalifa Al Nahyan, Presidente del Paese -l'Anno della tolleranza sarà celebrato come uno sforzo per portare avanti ulteriormente il sogno di creare una società tollerante e coesa, aperta a popoli di culture e religioni diverse". Aldilà delle dichiarazioni ufficiali e della propaganda, in questo momento gli Emirati Arabi sono indubbiamente un punto di riferimento, o quantomeno un esperimento riuscito, di convivenza pacifica e costruttiva di persone provenienti da tutto il mondo e di tutte le religioni. La moschea accanto alla cattedrale cattolica di san Giuseppe, ad Abu Dhabi, è stata di recente dedicata a “Maria, madre di Gesù”, è in costruzione, sempre ad Abu Dhabi, un nuovo tempio indù, mentre la comunità ebraica degli Emirati, dopo la visita ufficiale della ministra israeliana dello Sport e quella del premier Netanyahu in Oman, è stata invitata finalmente ad uscire dall'ombra. In questi giorni di bilanci di fine anno, i media locali hanno sottolineato come il mondo stia vivendo un periodo di violenti scontri culturali, dai campi di battaglia in Medio Oriente, al populismo che dilaga sia in Europa che negli Stati Uniti, con l'odio e il sospetto verso "l'altro" in costante aumento; al contrario negli Emirati –scrive il quotidiano The National -convivono persone di oltre 200 nazioni diverse e il Paese accoglie tutte le fedi. Nel 2015 è stata approvata una legge contro le discriminazioni e l'odio, dal 2016 il Paese ha il Ministro della Tolleranza, incaricato di far rispettare l'impegno della nazione per sradicare il fanatismo ideologico, culturale e religioso, e per questo 2019 è pronto il “National Programme for Tolerance", piano che in 5 punti promuoverà i valori della tolleranza, soprattutto tra i giovani.
Intanto il Paese, e in particolare Dubai, nonostante la recessione dell'anno che si sta per concludere, non si ferma nella corsa verso Expo 2020, con grandi progetti che nel 2019 si avvieranno verso la conclusione, tra i quali MeydanOne, il più grande mall del mondo, e The Tower, nuovo grattacielo che supererà il Burj Khalifa.
Da Dubai,
Elisabetta Norzi
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