Nonostante gli sforzi per diversificare l'economia, il petrolio e il gas continueranno a guidare le ambizioni socio-economiche degli Emirati Arabi Uniti. E' quanto emerso dalla Adipec oil and gas conference, fiera biennale tra gli appuntamenti più importati al mondo per il settore energetico, che si è appena conclusa ad Abu Dhabi.
Il Governo emiratino, forte della recente scoperta di nuovi grandi giacimenti di idrocarburi, principalmente gas naturale, al largo di Abu Dhabi, ha annunciato il piano futuro dell'Adnoc, la società petrolifera nazionale: si è impegnata ad aumentare la capacità di produzione di petrolio dagli attuali 2,9 milioni di barili al giorno, a 4 milioni entro il 2020 e 5 entro il 2030, oltre a far crescere la produzione di gas per raggiungere prima l'autosufficienza e quindi diventare per la prima volta anche esportatori. Annuncio questo, arrivato proprio quando il prezzo del barile ha toccato il minimo degli ultimi mesi, a causa di un aumento dell'offerta sul mercato dovuta anche alle deroghe concesse dagli Stati Uniti ad otto paesi, tra i quali l'Italia, per continuare a importare petrolio iraniano nonostante l'entrata in vigore delle nuove sanzioni.
Per raggiungere i suoi obiettivi, anche in termini di sostenibilità, l'industria petrolifera emiratina lavorerà fianco a fianco con la tecnologia e l'intelligenza artificiale, tanto che si è parlato di una nuova era Oil & Gas 4.0, dove l'innovazione digitale catalizzerà il progresso economico.
Membro dell'OPEC dal 1967, gli Emirati Arabi, settimo produttore mondiale di oro nero, detengono riserve tra le più grandi del mondo, circa 98 miliardi di barili di petrolio, e 209,7 trilioni di metri cubi di gas calcolati alla fine del 2017.
Ciò che però, ancora una volta, è emerso chiaro da queste giornate è che il Paese, e la regione più in generale, sono ancora lontani dal riuscire a far girare la propria economia senza il petrolio, risorsa tanto potente quanto fragile, non solo perché esauribile, ma anche perché ancorata, mai come in questo momento, agli equilibri geopolitici mondiali. E se l'idea di crescita rimane sempre quella di arrivare ad un punto in cui l'economia non petrolifera possa diventare autosufficiente, crescendo di dimensioni e superando il settore oil&gas, per ora è ancora il petrolio il vero motore della diversificazione e dello sviluppo.
Elisabetta Norzi
Il Governo emiratino, forte della recente scoperta di nuovi grandi giacimenti di idrocarburi, principalmente gas naturale, al largo di Abu Dhabi, ha annunciato il piano futuro dell'Adnoc, la società petrolifera nazionale: si è impegnata ad aumentare la capacità di produzione di petrolio dagli attuali 2,9 milioni di barili al giorno, a 4 milioni entro il 2020 e 5 entro il 2030, oltre a far crescere la produzione di gas per raggiungere prima l'autosufficienza e quindi diventare per la prima volta anche esportatori. Annuncio questo, arrivato proprio quando il prezzo del barile ha toccato il minimo degli ultimi mesi, a causa di un aumento dell'offerta sul mercato dovuta anche alle deroghe concesse dagli Stati Uniti ad otto paesi, tra i quali l'Italia, per continuare a importare petrolio iraniano nonostante l'entrata in vigore delle nuove sanzioni.
Per raggiungere i suoi obiettivi, anche in termini di sostenibilità, l'industria petrolifera emiratina lavorerà fianco a fianco con la tecnologia e l'intelligenza artificiale, tanto che si è parlato di una nuova era Oil & Gas 4.0, dove l'innovazione digitale catalizzerà il progresso economico.
Membro dell'OPEC dal 1967, gli Emirati Arabi, settimo produttore mondiale di oro nero, detengono riserve tra le più grandi del mondo, circa 98 miliardi di barili di petrolio, e 209,7 trilioni di metri cubi di gas calcolati alla fine del 2017.
Ciò che però, ancora una volta, è emerso chiaro da queste giornate è che il Paese, e la regione più in generale, sono ancora lontani dal riuscire a far girare la propria economia senza il petrolio, risorsa tanto potente quanto fragile, non solo perché esauribile, ma anche perché ancorata, mai come in questo momento, agli equilibri geopolitici mondiali. E se l'idea di crescita rimane sempre quella di arrivare ad un punto in cui l'economia non petrolifera possa diventare autosufficiente, crescendo di dimensioni e superando il settore oil&gas, per ora è ancora il petrolio il vero motore della diversificazione e dello sviluppo.
Elisabetta Norzi
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