Con l’ombra dell'uccisione del generale Soleimani, che inevitabilmente destabilizzerà l'intera regione, Paesi del Golfo inclusi, questo 2020 appena cominciato qui sarà dedicato ai primi 50 anni dell'unione degli Emirati Arabi e alla pianificazione dei prossimi 50. Lo ha annunciato lo Sceicco di Dubai e Primo Ministro del Paese, Mohammed bin Rashid Al Maktum, insieme ad un'altra notizia: il valore della tolleranza, tema del 2019, sarà in qualche modo istituzionalizzato. Il Consiglio dei Ministri ha approvato infatti un’iniziativa nazionale che metterà proprio la tolleranza – termine che in arabo ha una accezione molto ampia e significa reciprocità, trasmettere qualcosa l'uno all'altro, rispettandosi ma senza omologarsi - al centro di tutti i programmi e delle attività del Governo.
E in attesa che comincino i lavori di costruzione della Casa della Famiglia Abramitica, che vedrà una sinagoga, una moschea e una chiesa una accanto all’altra, ad Abu Dhabi, nel cuore del mondo arabo, è stato nominato il primo rabbino capo della comunità ebraica del Paese. Non solo proprio nei giorni scorsi Israele, che non ha rapporti diplomatici con gli Emirati Arabi e con gli altri Stati del Golfo, ha dato la sua conferma ufficiale e avrà un padiglione ad Expo 2020 Dubai. Dall’ottobre del prossimo anno, dunque, ai turisti israeliani sarà consentito entrare liberamente negli Emirati Arabi, cosa che finora non era mai stata permessa.
Tornando al 2020, sarà dunque una sorta di trampolino di lancio per preparare il Paese a celebrare i 50 anni dall'unione dei sette emirati, nel 2021, e per mettere a punto i piani di sviluppo da portare avanti nei prossimi cinque decenni. Per questo saranno subito creati due nuovi organi istituzionali, il primo per definire le strategia di sviluppo del Paese, il secondo per organizzare le celebrazioni del prossimo anno, che vedranno coinvolte anche tutte le ambasciate straniere presenti negli Emirati Arabi.
Elisabetta Norzi