“Siete pronti alla prossima fase?”. E' la domanda che questo pomeriggio Netanyahu avrebbe rivolto alle truppe, ammassate lungo il perimetro della Striscia. Di lì a poco – una volta chiusa la finestra temporale per l'evacuazione dei civili - l'annuncio di un attacco in corso “su larga scala” su obiettivi di Hamas. Pareva scoccata l'ora zero, insomma, a Gaza; prostrata da incessanti strike aerei, con un bilancio di vittime che ad oggi – stando alle autorità palestinesi – avrebbe già superato quota 2.200. In realtà non si tratterebbe ancora della paventata operazione di terra.
Piuttosto si stanno completando i preparativi, ha fatto sapere Tsahal; sottolineando la prontezza ad “espandere l'offensiva”. Da ieri incursioni mirate di fanteria e blindati. Riferita l'uccisione di Ali Qadi, il comandante di Hamas che avrebbe condotto l'attacco del 7 ottobre. Quello che – oltre allo scempio di civili – portò alla cattura di un gran numero di ostaggi. I familiari si erano riuniti oggi a Tel Aviv, davanti al Ministero della Difesa. E non sarebbero mancate dure critiche al Governo. Chiamato dunque ad agire con velocità e durezza; anche pagando pegno in termini politici. Come il danno reputazionale – a livello globale - derivante dall'assedio alla Striscia, dal taglio delle forniture, che lascia presagire catastrofiche ricadute di carattere umanitario. La prospettiva ora è quella di un redde rationem nella giungla urbana di Gaza City; pur con un retropensiero: che l'invasione sia non solo prevista, ma voluta dal nemico, per infiammare l'intero mondo islamico.
Segnalato – a quanto pare -, sui canali Telegram di Al Qaeda, un appello al Jihad contro obiettivi israeliani ed americani. Al momento gli episodi più gravi in Francia, dove in occasione del “venerdì della rabbia” un insegnante era stato accoltellato a morte in un liceo. Evacuata – per un'allerta bomba - la reggia di Versailles; come accaduto in mattinata per il Louvre. E scenari inquietanti – dopo ripetute rivendicazioni di attacchi da parte di Hezbollah - alla frontiera nord dello Stato Ebraico. Il cui portavoce militare ha rimarcato come il Governo libanese sia considerato responsabile di ogni attacco. I media di Beirut – dal canto loro – segnalano la morte di due civili a seguito di un riferito bombardamento israeliano in una zona di confine. Mentre l'Esecutivo si prepara a presentare una denuncia al Consiglio di sicurezza ONU per “l'uccisione intenzionale – è stato detto –, da parte di Israele”, di un giornalista libanese; ed il ferimento di altri.