Quarantaquattro leader europei tra capi di Stato e di Governo sono riuniti nel Castello di Praga, in Repubblica Ceca, al primo vertice della Comunità politica europea. Ci sono il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, la premier britannica Liz Truss, il premier norvegese, Jonas Gahr Store. In videoconferenza è intervenuto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, unici due assenti sono invece sono Russia e Bielorussia. Primo segnale appunto l’isolamento dei due Paesi, la condanna all’aggressione russa dell’Ucraina e le sfide comuni del continente: dagli effetti economici della guerra alla crisi energetica.
Crisi energetica che sarà al centro del vertice informale dell’Ue che si terrà venerdì, sempre a Praga, e riunirà ovviamente i ventisette leader dell’Unione. Discuteranno le proposte presentate dalla Commissione europea per frenare i prezzi di gas ed elettricità. Tra questi ci sono, primo fra tutti, il tetto al prezzo del gas utilizzato per la produzione dell’elettricità, ma si parlerà anche di acquisti comuni di gas per evitare la concorrenza tra gli Stati membri, si parlerà inoltre di un nuovo indice per la transazione del gas slegato dal Ttf di Amsterdam, da più parti accusato di alimentare la speculazione sul prezzo del metano. Questioni che vedono i ventisette divisi, in particolare dopo la scelta tedesca di finanziare con duecento miliardi di euro un maxi-piano di aiuti. Il premier polacco, Mateusz Morawiecki, l’ha definito una distruzione del Mercato unico. L’Italia continua a insistere per il tetto al prezzo del gas perché non ci sarebbero abbastanza spazi fiscali per sostenere un investimento in aiuti della portata del piano tedesco.
La corrispondenza da Bruxelles di Brahim Maarad (AGI)