“Il Papa – commenta il Caporedattore di Famiglia Cristiana Francesco Anfossi - ha effettuato questo suo viaggio in Africa come pellegrino di pace. Ancora una volta la personalità del Pontefice argentino si rivela come l'unico uomo che al mondo parla con molta chiarezza di esigenza di pace, lo abbiamo visto con il conflitto ucraino. Ma in Africa non è molto diverso, anche perché ha scelto due paesi particolarmente travagliati: il Congo perché tra l'altro è destinatario del saccheggio delle potenze occidentali per quanto riguarda le risorse che invece andrebbero sfruttate dagli stessi congolesi, e in Sudan che è teatro di una ferocissima guerra civile.
Tra l'altro il Papa è arrivato in sud Sudan 24 ore dopo una strage che ha causato non meno di trenta morti. Lo fa, lo ha detto chiaramente insieme all'arcivescovo anglicano di Canterbury e al moderatore dell'assemblea generale della Chiesa di Scozia, come un “pellegrino di pace”. Nella pace come nella vita, dice Bergoglio, si cammina insieme.
E questa è la sua missione nel continente africano, continente che ha bisogno di riappropriarsi delle proprie risorse, che invece sono sfruttate spesso dalle multinazionali. Pensiamo al Coltan: è un minerale che entra in tutti i nostri telefonini, in tutti i nostri devices, ed è all'80% ricavabile nella Repubblica Democratica del Congo. Ma non sono i suoi abitanti a potere usufruire di queste risorse, lo fanno le multinazionali occidentali. Questo è in perfetto spirito con la Laudato si', l'enciclica che dice che i popoli devono appropriarsi delle proprie risorse per poter garantire un benessere. Questo in un contesto di pace.
Poi l'attenzione del Papa ai bambini, come sempre. Ha detto una cosa molto bella: i bambini hanno diritto di crescere tenendo in mano quaderni e giocattoli, non strumenti di lavoro o di armi. E' questo il senso profondo del viaggio di Papa Francesco in Africa”.