Prima pausa umanitaria nel sud della Striscia di Gaza concessa oggi da Israele. Il capo dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi a Gaza però avverte che le operazioni umanitarie cesseranno entro 48 ore se non verrà consentito l'ingresso di carburante nella Striscia: "Questa mattina – afferma - due dei nostri principali subappaltatori per la distribuzione dell'acqua hanno smesso di funzionare a causa dell'assenza di carburante, cosa che priverà 200.000 persone dell'acqua potabile". A New York bandiera a mezz'asta nella sede dell'ONU per gli oltre 100 dipendenti uccisi nel conflitto.
Intanto un alto esponente di Hamas dal Libano esclude le voci su negoziati per uno scambio parziale tra ostaggi e detenuti della fazione nelle carceri israeliane: "La nostra posizione sul dossier prigionieri è stata chiara fin dall'inizio” riferendosi ad un completo scambio di prigionieri. Le forze israeliane hanno eliminato una squadra terroristica insediatasi nell'area dell'ospedale Al-Quds. Nella principale struttura sanitaria della striscia, l'Al-Shifa, da tre giorni non arriva più l'acqua e sono già 27 i pazienti adulti ricoverati in terapia intensiva morti per mancanza di cure a cui si aggiungono 7 neonati prematuri tenuti nelle incubatrici. A Rafah aperto anche il valico di transito verso l'Egitto per consentire l'uscita a circa 500 persone in possesso di doppia cittadinanza.
Dall'Unione Europea l'Alto Rappresentante per la Politica Estera Josep Borrell sollecita affinché venga affrontato lo scenario del dopo guerra, annunciando che in settimana si recherà in Israele, Palestina, Bahrein, Arabia Saudita, Qatar e Giordania per discutere di accesso, assistenza umanitaria e questioni politiche con i leader regionali.