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Gaza: smentite le notizie di un accordo per il rilascio di ostaggi. Aspri scontri a Gaza City

Il sistema sanitario dell'exclave – riferisce la Croce Rossa Internazionale - ha raggiunto il “punto di non ritorno”

10 nov 2023

Toglie il fiato la conta delle vittime, nella Striscia. 11.078, i morti; stando all'ultimo bollettino delle locali autorità sanitarie. Diretta emanazione di Hamas; cifre dunque prive di conferme indipendenti. Ma la realtà potrebbe essere addirittura peggiore: Barbara Leaf – diplomatica americana per il Medio Oriente -, avrebbe riferito ai deputati di una commissione della Camera di numeri probabilmente “più elevati” rispetto a quelli resi noti.

Inevitabile conseguenza di raid e combattimenti in aree con una densità abitativa abnorme. A Gaza City scontri ravvicinati – a quanto pare – intorno all'ospedale al-Shifa, dove Tsahal ritiene vi sia il comando centrale delle milizie islamiste ed il leader di Hamas Yahya Sinwar. La sua cattura, o eliminazione, è forse l'obiettivo più chiaro dell'operazione di terra: risposta dello Stato Ebraico al trauma del 7 ottobre. Da qui un'azione senza compromessi.

Il direttore della struttura sanitaria – la più importante dell'exclave – ha parlato di almeno 20 morti, nel raid di ieri su una scuola, dove pare si rifugiassero sfollati. 13 invece le vittime, stando ad Hamas, a seguito di un attacco contro lo stesso ospedale. Ma nulla è certo, nella nebbia di guerra. Se non la determinazione dell'esercito israeliano nel disarticolare leadership e strutture delle milizie.

L'Alto Commissario ONU per i diritti umani ha sollecitato un'indagine sull'utilizzo di ordigni ad alto potenziale. Nel frattempo al Jazeera parlava di un bombardamento, nei pressi di Wadi Gaza, su persone in fuga.

In questo loop di violenze aveva suscitato speranze l'annuncio di Al-Arabiya, circa un accordo fra le parti per il rilascio di donne e minori palestinesi detenuti in Israele, in cambio di 100 prigioniere e bambini tenuti in ostaggio da Hamas. Fuoco fatuo. A stretto giro i media dello Stato Ebraico smentivano il raggiungimento dell'intesa. Parlano le armi, in questa fase; velleitari gli sforzi diplomatici. Come l'impegno dell'ANP di Abu Mazen ad assumere la responsabilità su Gaza nel quadro di una “soluzione politica” complessiva.

Piuttosto crescono le tensioni, gli scontri, e le vittime, nella vicina Cisgiordania; dove l'esercito israeliano avrebbe arrestato 41 ricercati, fra i quali operativi di Hamas. Con il protrarsi del conflitto cresce inoltre il rischio si deragli in una guerra regionale. Tsahal si starebbe preparando a fronteggiare attacchi provenienti da Iran e Iraq; oltre alla minaccia costante rappresentata dai “proxy” di Teheran: gli Houthi yemeniti ed Hezbollah. Proprio in giornata è stata segnalata l'infiltrazione di 3 droni provenienti dal Libano.





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