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Gilet gialli, primo ministro Philippe: “Non cambiamo la rotta”

19 nov 2018
(foto Twitter)
(foto Twitter)
"Siamo all'ascolto dei francesi, abbiamo sentito la loro esasperazione fiscale. Ma la rotta non cambia se si alza il vento". Questo il commento, in diretta tv al tg di France 2, il primo ministro francese, Edouard Philippe, escludendo ogni cambiamento di posizione sulla carbon tax, all'origine della protesta dei 290mila “gilet gialli”.

"Abbiamo percepito la rabbia ma abbiamo anche sentito la sofferenza, la mancanza di prospettive, l'idea che le autorità per molto tempo non hanno risposto alle preoccupazioni e senso di abbandono", ha riconosciuto Philippe sulla mobilitazione di sabato. Ha poi sottolineato gli impegni presi da Emmanuel Macron sull'abbassamento delle tasse, ma nessuna marcia indietro sulla tassa-carburante: "La transizione ecologica può avere successo solo se effettivamente accompagniamo i francesi (...). Vogliamo liberarli da questa dipendenza dalle auto".

Il giorno dopo l'esordio sul campo di questo movimento nato su Internet contro il caro-carburante, si fanno i conti dei feriti e delle violenze e il bilancio non è così rassicurante come gran parte delle immagini diffuse lasciava sperare. I feriti della sola giornata di sabato - ieri ce ne sono stati di nuovi, uno grave - sono stati in realtà 409, una specie di bollettino di guerra. 14 sono gravi, 28 fra poliziotti, gendarmi e pompieri. E le scene riprese e diffuse dai social network sono anche di violenza, vetri di auto spaccate, assalti a edifici pubblici come municipi (a Troyes) e prefetture (a Quimper).

Intanto ieri i “gilet gialli” - 46mila secondo fonti di polizia - hanno continuato nella protesta. In serata in un centinaio hanno bloccato l'accesso al giacimento di petrolio Vern-sur-Seiche, vicino a Rennes, impedendo il passaggio dei camion, come riporta il quotidiano Ouest France. Il sindacato di camionisti e agricoltori hanno intanto annunciato di voler impedire nuovamente l'accesso ad alcune autostrade.

fm

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