Con 178 voti favorevoli dei 300 deputati di cui è comporto il parlamento di Atene, la Grecia ha ratificato l'accordo bilaterale con l'Egitto per la spartizione in aree di sfruttamento degli idrocarburi nel Mediterraneo orientale. Un accordo che costituisce una risposta all'intesa di Ankara del 2019 con il governo di Tripoli, acuendo di fatto le tensioni fra Grecia a Turchia. Un'intesa che proiettava una vasta 'zona economica esclusiva' turca in un segmento del mediterraneo verso la costa libica in aggiunta all'area che la Turchia considera già sua zona esclusiva, a nord dell'isola di Cipro, dove enormi giacimenti di gas e petrolio erano stati scoperti in precedenza. Ankara, intanto, ha lanciato la sua sfida inviando la nave di prospezione Oruc Reis con tanto di scorta di navi militari.
Una questione che non lascia indifferente la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini. In una nota afferma che “in Libia non contiamo più nulla e siamo stati estromessi perfino da Misurata, nel Mediterraneo sud-orientale assistiamo in silenzio all'appropriazione turca dei giacimenti di gas e olio in dotazione ad Eni”. La tensione tra Grecia e Turchia sale pericolosamente, rimarca, “ma né il premier né l'abbronzatissimo ministro degli Esteri sembrano preoccuparsi degli eventi in corso e dei danni incalcolabili che ne stanno derivando ai nostri interessi nazionali".
Nel pomeriggio di ieri, dopo l'incontro con l'Ambasciatore della Turchia Murat Salin Esenli, era intervenuto Piero Fassino, presidente della Commissione Esteri della Camera, con un invito al dialogo, “unica strada per dare soluzione alle controversie sulle piattaforme marittime dell'Egeo, così come per giungere ad un assetto politico-istituzionale condiviso di Cipro”. “Solo con il negoziato – rileva Fassino - si potrà dare finalmente pace e stabilità a Siria e Libia''.