“Anche con un cessate il fuoco per la restituzione degli ostaggi, la guerra non si fermerà”. A dichiararlo è il ministro israeliano Benny Gantz nelle ore in cui sembra più vicina una possibile intesa sullo scambio di prigionieri. Secondo il Washington Post, potrebbe essere liberata gran parte delle donne e dei bambini rapiti da Hamas in cambio del rilascio di donne e giovani palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Anche il presidente americano Biden ha mostrato ottimismo, ma la strada sembra ancora in salita. “Non abbiamo prove che siano in vita”, ha ribadito il Ministro degli Esteri israeliano.
Ancora altissima la tensione internazionale: se l'Iran invita a “fermare” Israele, gli Usa annunciano il terzo round di sanzioni contro Hamas. Ma allo stesso tempo cresce il dissenso interno all'amministrazione Biden: oltre 400 membri di agenzie governative hanno scritto una lettera al presidente sollecitandolo a chiedere urgentemente un cessate il fuoco immediato, con l'arrivo di aiuti umanitari. Proprio sul fronte umanitario, durissime le critiche di Israele al numero uno dell'Onu Antonio Guterres: “Non merita di guidare le Nazioni Unite”. Guterres che si è detto profondamente turbato dai morti nelle strutture sanitarie. All'ospedale Al-Shifa di Gaza 179 corpi sarebbero stati sepolti in una fossa comune. Iniziato diverse ore fa il trasferimento di incubatrici da Israele.
Sul fronte bellico, letture contrastanti della situazione. Per lo Stato ebraico, Hamas ha perso il controllo del territorio. Ma l'organizzazione smentisce, garantendo che ha ancora in mano la situazione operativa e di combattimento. Effetti anche fuori Gaza: tre persone sono rimaste ferite, di cui una in modo grave, a Tel Aviv dopo un attacco lanciato dalla Striscia. E razzi da forze filo-iraniane sono stati lanciati contro una base Usa in Siria.