Israele potenzia le truppe nel nord della Striscia di Gaza: incrementato il numero di militari nell'area più calda nel conflitto. Vicino al valico con lo Stato ebraico violenti scontri tra soldati israeliani e palestinesi armati. Lanciati colpi di mortaio verso i mezzi israeliani. Media locali parlano poi di bombe su Gaza City: colpiti l'università e l'ospedale. Altro fronte attivo quello a sud del Libano dove le forze dello Stato ebraico avrebbero sganciato bombe incendiarie in una serie di zone. In poco più di un'ora nove razzi sarebbero stati lanciati dal Libano verso il nord di Israele.
Intanto a Gaza la situazione è “sempre più disperata”, come sottolineato dal segretario generale dell'Onu Guterres. Migliaia di persone hanno fatto irruzione in magazzini contenenti cibo. E si moltiplicano gli appelli per un cessate il fuoco, da Papa Francesco a organizzazioni come Medici senza frontiere. Mentre la guerra prosegue, le comunicazioni tornano a funzionare gradualmente nella Striscia. A convincere Israele a riattivarle, secondo media Usa, sono stati proprio gli Stati Uniti. Lo Stato ebraico, ha dichiarato il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, Sullivan, ha la responsabilità di proteggere i civili. Gli sforzi umanitari saranno ampliati, assicura il portavoce dell'esercito israeliano. Secondo Hamas più di 8mila persone, metà delle quali bambini, sono morte finora. Da Parigi la condanna alla violenza dei coloni israeliani contro i palestinesi in Cisgiordania.