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Hamas: "Speriamo che la guerra sia permanente. Rimessa sul tavolo la questione palestinese"

8 nov 2023

Il conflitto Israele-Hamas rischia di allargarsi. “E' in corso una grave escalation in Cisgiordania”, avverte lo stesso premier Netanyahu, che convoca i leader degli insediamenti. In un mese colpiti 14mila obiettivi di Hamas – fa sapere Tel Aviv – e molti di questi erano in moschee, asili e quartieri residenziali. “Abbiamo rimesso sul tavolo la questione palestinese – dichiara l'organizzazione islamista al New York Times –. Speriamo che la guerra sia permanente”.

Intanto ancora bombe anche in Libano su covi di Hezbollah. Continuano gli scontri nel cuore di Gaza City, mentre in mattinata è stato aperto un altro corridoio umanitario dal nord al sud della Striscia. Le vittime palestinesi sono 10.570, secondo l'ultimo aggiornamento locale. “I morti a Gaza dimostrano che c'è qualcosa di sbagliato”, ammonisce il segretario generale Onu Guterres. La presidente della Commissione Ue Von der Leyen risponde poi alle parole dei giorni scorsi di Netanyahu: “Non ci deve essere alcuna presenza di lungo termine di Israele per la sicurezza di Gaza e nemmeno uno sfollamento forzato”.

Il Qatar sta negoziando per il rilascio di 10-15 ostaggi in cambio di un cessate il fuoco di qualche giorno. Lo riferiscono fonti vicine al dossier. Mentre una tv egiziana segnala che il Cairo è vicino a un accordo per una pausa umanitaria e il rilascio di ostaggi. Ma Hamas, pur confermando i negoziati, frena gli entusiasmi: “La sola via possibile è uno scambio di prigionieri”.

Intanto i ministri degli Esteri del G7 trovano l'accordo a Tokyo: la soluzione, ribadita ancora una volta, è due popoli, due Stati. Ferma la condanna agli attacchi di Hamas, ma “Israele – sottolinea anche il ministro Tajani – lasci fuori dai raid i civili”. Da Roma l'annuncio dell'invio di una nave-ospedale verso l'exclave, che sarà poi inviata a una struttura da campo. “Siamo i primi a fare un'operazione umanitaria in quell'area – commenta il ministro della Difesa Crosetto – e speriamo che altri Paesi ci seguano”.





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