Dimissioni annunciate in un discorso in tv. Il premier libanese, Saad Hariri lascia il Governo. La decisione arriva dopo 13 giorni di proteste popolari senza precedenti a Beirut e in numerose città del Libano. “Ho ascoltato le richieste dei manifestanti – ha detto, ammettendo di essersi trovato in un vicolo cieco. Nel suo discorso alla nazione Hariri si è appellato al popolo perché "mantenga la stabilità e la sicurezza”.
“Le proteste finora hanno dato voce alla frustrazione di un Paese che più di altri sta pagando lo scotto della crisi economica: il debito pubblico libanese supera il 150% del PIL . Il 16% dei residenti nella capitale – riportano i media internazionali - non guadagna nemmeno i 290 euro di salario minimo. E, senza un aumento delle risorse dall'estero, il rischio è quello di una svalutazione o, peggio, il default del debito a breve. Per evitare che i risparmiatori prelevino i loro soldi, banche chiuse per diversi giorni. Un pacchetto di riforme di emergenza, annunciato la scorsa settimana dal governo, non è riuscito a disinnescare il dissenso". Dito puntato "su una classe politica accusata di abuso di potere per sfruttare le risorse statali a proprio vantaggio". Il governo è formato anche dal partito armato filo-iraniano Hezbollah”. Oggi i seguaci del movimento sciita e quelli dell'alleato Amal, che ha altri ministri nel governo, hanno attaccato i manifestanti nel centro della capitale disperdendo la folla.