E’ durata poco la tregua fra Israele e Hamas ottenuta grazie all’Egitto: al lancio di missili e palloni esplosivi provenienti da Gaza contro la popolazione civile israeliana, Gerusalemme ha risposto colpendo postazioni militari dell’organizzazione palestinese. Ieri e oggi sono stati sventati due accoltellamenti alla Tomba dei Patriarchi, mentre un soldato è stato investito con l’auto e gli sono state rubate le armi. Ma se è vero quanto dichiarato dallo sceicco Bin Jassim - ex premier del Qatar - che i Paesi arabi del Golfo stiano per firmare con Israele un patto di non aggressione, i finanziamenti ad Hamas avrebbero i giorni contati, perché i gruppi armati palestinesi non riceverebbero più aiuti militari. L’atomica iraniana spaventa l’Arabia Saudita, l’Oman, il Qatar, il Kuwait e gli Emirati Arabi, che si stanno avvicinando sempre più all’ombrello protettivo israelo-americano. Intanto, a due settimane dalle terze elezioni in 11 mesi, i sondaggi non si discostano molto dai risultati precedenti. Il Generale Gantz ha rinunciato all’appoggio della Lista Araba e sta cercando di portare dalla sua parte gli elettori russi ed etiopi; i Partiti arabi invitano a votare in massa come protesta contro il Piano di Pace americano, e Netanyahu continua tranquillamente la sua campagna. Forse perché prevede una quarta tornata elettorale, che gli consentirà di rimanere premier fino al termine del processo nei suoi confronti.
Massimo Caviglia