Il piano di pace americano per il Medio Oriente, presentato oggi in anteprima dal Presidente Trump al premier israeliano Netanyahu e al suo avversario politico Gantz, ha già scontentato la controparte palestinese ancora prima di essere pubblicato.
Secondo le indiscrezioni, il Piano non prevede la nascita di uno Stato di Palestina, che dovrebbe invece ottenere una semplice autonomia politico-amministrativa, accettando gli insediamenti israeliani (previa compensazione economica e territoriale), e il loro controllo sulla valle del Giordano per motivi di sicurezza aerea. Ma l’annessione della valle del Giordano potrebbe minacciare la stabilità del Regno hashemita e il trattato di pace con Israele, quindi anche il Re Abdallah ha già respinto il Piano di Trump.
I palestinesi che si trovassero sui territori annessi da Israele otterrebbero lo status di residenti permanenti, con un percorso preferenziale in caso di richiesta di cittadinanza, come per gli abitanti di Gerusalemme est. L’entità palestinese non avrebbe la capacità di stabilire trattati con altri Paesi, non potrebbe avere un esercito né armi pesanti, e neppure un proprio spazio aereo. L’accordo porterebbe però ai Palestinesi 50 miliardi di dollari da parte dei Paesi arabi per finanziare le infrastrutture, e il Piano di pace consentirebbe l’apertura delle frontiere e la rinascita delle attività economiche.
I leader palestinesi hanno immediatamente respinto il progetto, annunciando per domani una “giornata della rabbia” contro l'accordo. Il Presidente Abu Mazen ha inoltre minacciato di sciogliere l'Autorità Palestinese e di uscire dagli Accordi di Oslo. Intanto l’esercito israeliano ha rafforzato le misure di sicurezza intorno agli insediamenti israeliani in Cisgiordania, che da domani saranno certamente obiettivo delle rivolte palestinesi e di attacchi terroristici.
Massimo Caviglia