Sono oltre 1.000 gli israeliani uccisi da sabato. Il giorno in cui Israele si è scoperto fragile, di fronte alla sfida di Hamas; che non ha esitato a fare scempio di civili, costringendo in un qualche modo lo Stato Ebraico ad una risposta che non potrà non essere pesante, essendovi in gioco ciò che resta della propria deterrenza. Da qui le dure prese di posizione di Netanyahu. Prologo dell'operazione di terra, ritenuta dai più scontata, l'eliminazione di ogni residua sacca di resistenza nelle zone intorno alla Striscia. Da dove continua comunque il barrage di razzi, che tanti lutti avevano provocato nelle prime fasi. Risuonate più volte le sirene d'allarme a Tel Aviv; colpita Ashkelon, dopo la scadenza di un ultimatum di Hamas. Dall'altra parte l'incubo di Gaza; dove già si contano – stando alle autorità dell'enclave - 830 vittime. E poi le centinaia di migliaia di persone che si troverebbero ormai in trappola: Tsahal aveva consigliato ai civili di defluire verso l'Egitto; ma il Cairo ha chiuso sine die il valico di Rafah, dopo i report di un raid israeliano. Un'invasione, in queste condizioni, potrebbe portare ad un bagno di sangue; e a perdite assai elevate anche tra le fila dell'esercito dello Stato Ebraico, perché è probabile che le milizie palestinesi, in previsione dell'attacco di 4 giorni fa, si fossero preparate meticolosamente alla battaglia urbana. Altro elemento decisivo il gran numero di ostaggi catturati. La minaccia di esecuzioni “deve essere presa sul serio” fa sapere la Casa Bianca. Politicamente impraticabile – peraltro - un assedio a tempo indeterminato, con la privazione dei servizi essenziali; sul punto l'ONU è stata chiara. “Israele ha il diritto di difendersi – ha rimarcato l'Alto Rappresentante UE Borrell -, ma va fatto in linea con il diritto internazionale”. Ad invocare la soluzione dei due Stati – come unica via per una reale soluzione della crisi -, al Sisi e Putin; stigmatizzata da quest'ultimo la politica americana in Medio Oriente. Si segnala infine un crescendo di tensioni al confine nord con il Libano; da dove sarebbero partite salve di razzi, seguite dalla risposta dell'artiglieria israeliana.