Stamattina un attentatore palestinese è rimasto ucciso mentre tentava di pugnalare due soldati israeliani. L'agguato è avvenuto nuovamente vicino alla zona industriale di Barkan in Cisgiordania, dove la settimana scorsa un uomo e una donna erano stati assassinati in una fabbrica da un operaio palestinese tuttora ricercato.
Poco fa il premier israeliano Netanyahu, in un discorso alla stampa estera, ha sottolineato che "Israele è l'unico cuscinetto contro lo tsunami islamista che vorrebbe travolgere l'Europa, e che solo Israele può impedire la proliferazione di armi chimiche e nucleari in Medio Oriente.
Se Israele dovesse sparire, l'Iran estenderebbe la sua egemonia in tutto il Medio Oriente e sottometterebbe l'Occidente controllando il petrolio.
Purtroppo l'Europa non ha capito che, delegittimando Israele e appoggiando i suoi avversari, diventa a sua volta più vulnerabile. "
Nel frattempo emergono i dettagli dell'accordo siglato il mese scorso fra il presidente russo Putin e quello iraniano Rouhani, che prevede che l'Iran esporti petrolio greggio in Russia, dove sarà raffinato e venduto in tutto il mondo, triangolando così le esportazioni e aggirando le sanzioni americane che entreranno in vigore a novembre.
Tre settimane fa, Rouhani aveva ridicolizzato gli sforzi del presidente americano Trump, definendo la sua minaccia di impedire le esportazioni petrolifere iraniane una "promessa vuota" che non avrebbe funzionato.
Anche l'Unione europea aveva affermato che i suoi Stati avrebbero creato un sistema di pagamento diverso, per consentire alle compagnie petrolifere e alle proprie imprese di continuare a commerciare con l'Iran.
Infine l'intensificarsi delle violenze palestinesi lungo il confine con la striscia di Gaza sta spingendo l'opinione pubblica e il governo israeliano a reagire.
Venerdì, quindicimila manifestanti hanno lanciato bombe e palloni incendiari contro le forze israeliane in varie località lungo il confine. Una granata ha creato un buco nella recinzione, e 20 palestinesi sono corsi verso i soldati israeliani per ucciderli o rapirli.
Il premier e il ministro della difesa hanno avvertito Hamas di interrompere gli attentati incendiari, anche alla luce della scoperta di un nuovo tunnel del terrore realizzato per entrare in Israele e compiere atti di terrorismo.
A Netanyahu e Lieberman spetta ora la decisione se entrare nella trappola di Gaza preparata con cura e con l'aiuto dell'Iran, e tralasciare il fronte nord e il rifornimento di missili da Teheran a Beirut attraverso la Siria.
Una mossa perdente che però Netanyahu potrebbe essere costretto a fare contro ogni sua intenzione.
dal corrispondente Massimo Caviglia
Poco fa il premier israeliano Netanyahu, in un discorso alla stampa estera, ha sottolineato che "Israele è l'unico cuscinetto contro lo tsunami islamista che vorrebbe travolgere l'Europa, e che solo Israele può impedire la proliferazione di armi chimiche e nucleari in Medio Oriente.
Se Israele dovesse sparire, l'Iran estenderebbe la sua egemonia in tutto il Medio Oriente e sottometterebbe l'Occidente controllando il petrolio.
Purtroppo l'Europa non ha capito che, delegittimando Israele e appoggiando i suoi avversari, diventa a sua volta più vulnerabile. "
Nel frattempo emergono i dettagli dell'accordo siglato il mese scorso fra il presidente russo Putin e quello iraniano Rouhani, che prevede che l'Iran esporti petrolio greggio in Russia, dove sarà raffinato e venduto in tutto il mondo, triangolando così le esportazioni e aggirando le sanzioni americane che entreranno in vigore a novembre.
Tre settimane fa, Rouhani aveva ridicolizzato gli sforzi del presidente americano Trump, definendo la sua minaccia di impedire le esportazioni petrolifere iraniane una "promessa vuota" che non avrebbe funzionato.
Anche l'Unione europea aveva affermato che i suoi Stati avrebbero creato un sistema di pagamento diverso, per consentire alle compagnie petrolifere e alle proprie imprese di continuare a commerciare con l'Iran.
Infine l'intensificarsi delle violenze palestinesi lungo il confine con la striscia di Gaza sta spingendo l'opinione pubblica e il governo israeliano a reagire.
Venerdì, quindicimila manifestanti hanno lanciato bombe e palloni incendiari contro le forze israeliane in varie località lungo il confine. Una granata ha creato un buco nella recinzione, e 20 palestinesi sono corsi verso i soldati israeliani per ucciderli o rapirli.
Il premier e il ministro della difesa hanno avvertito Hamas di interrompere gli attentati incendiari, anche alla luce della scoperta di un nuovo tunnel del terrore realizzato per entrare in Israele e compiere atti di terrorismo.
A Netanyahu e Lieberman spetta ora la decisione se entrare nella trappola di Gaza preparata con cura e con l'aiuto dell'Iran, e tralasciare il fronte nord e il rifornimento di missili da Teheran a Beirut attraverso la Siria.
Una mossa perdente che però Netanyahu potrebbe essere costretto a fare contro ogni sua intenzione.
dal corrispondente Massimo Caviglia
Riproduzione riservata ©