C'è una data: 27 luglio. È il giorno in cui riprenderà l'esportazione del grano ucraino, secondo quanto afferma Kiev. Dopo l'accordo di venerdì scorso tra Russia, Ucraina, Turchia e Onu, la prima nave salperà dal porto di Chornomorsk, nel sud-ovest del Paese. Seguiranno i porti di Odessa e Pivdennyi. Continuano intanto i combattimenti: missili russi su Zaporizhzhia, mentre l'esercito ucraino ha distrutto un posto di comando russo e alcuni depositi di munizione a Sud el Paese. “Le truppe di Kiev stanno liberando le regioni meridionali”, afferma il presidente ucraino Zelensky, che aggiunge: “Inizia una settimana simbolica, quella in cui celebreremo per la prima volta la Giornata della statualità ucraina, il 28 luglio”.
Intanto Mosca ha accusato 92 membri delle forze armate ucraine di crimini contro l'umanità e ha proposto un tribunale internazionale sostenuto da Paesi come Bolivia, Iran e Siria. E Lavrov, il ministro degli Esteri russo, attacca: “Kiev starebbe pianificando l'uso di agenti tossici a Sloviansk”. E poi: “Dobbiamo roversciare il governo di Zelensky, perché è un regime inaccettabile”. Una tregua, insomma, sembra lontana e così svanisce anche il sogno di ospitare l'edizione 2023 dell'Eurovision. L'Ebu infatti ha ufficializzato la scelta di organizzare il contest nel Regno Unito. L'Ucraina si rassegna e la sua vittoria rimane solo sulla carta.