Il dado è tratto. L'annuncio del via all'offensiva è stato dato dallo stesso Erdogan su twitter, e il nome scelto per l'operazione appare uno scherzo di pessimo gusto: “Primavera di Pace”. In azione i caccia di Ankara, con raid su villaggi della Siria nord-orientale, mentre l'artiglieria colpisce obiettivi curdi a Tal Abyad. Panico, tra la popolazione. A fianco delle truppe regolari migliaia di miliziani arabo turcomanni: la “massa di manovra” di Erdogan – quella più facilmente “sacrificabile” -, contro le milizie curdo-siriane. In mattinata Erdogan aveva avuto un colloquio telefonico con Putin. Il leader russo aveva invitato la Turchia “a non compromettere gli sforzi per risolvere la crisi siriana”. Un appello alla moderazione anche dal Presidente iraniano Rohani. Tutto inutile, così come i moniti dell'UE. Confermato, invece, da Trump, il disimpegno statunitense. I curdi, ora, rischiano di pagare a caro prezzo il “voltafaccia” di Washington.
Nel servizio l'intervista a Gianandrea Gaiani - Direttore "Analisi Difesa"