
Ad innescare l'ennesima fiammata di violenze, a quanto pare, il lancio di 3 razzi questa mattina verso il nord di Israele. Tutti intercettati, pare; ma nell'ottica dei vertici dello Stato Ebraico quanto accaduto giustificava una risposta pesante. Puntualmente verificatasi, a stretto giro. Con un barrage di artiglieria su alcuni distretti meridionali del Libano e villaggi di confine. Anche una donna avrebbe perso la vita. Colpiti obiettivi di Hezbollah, hanno fatto sapere le IDF. In azione, secondo l'agenzia Ani, anche truppe di terra; con operazioni di rastrellamento con armi automatiche sulle colline di Hamames.
“Israele non permetterà alcun danno ai suoi cittadini e alla sua sovranità”, ha fatto sapere l'ufficio di Netanyahu; ritenendo il Governo di Beirut responsabile di tutto ciò che accade sul proprio territorio. Visti anche i raid aerei israeliani nei giorni precedenti – e il mai completato ritiro dell'esercito -, si può ormai considerare un ricordo la tregua; una formalità senza più alcun valore. Consapevole della gravità della situazione il Primo Ministro libanese Salam; che ha parlato del rischio di una “nuova guerra”, che avrebbe conseguenze “disastrose”. Espressa preoccupazione anche dall'Unifil.
Ma l'impressione è che l'intero Medio Oriente stia sprofondando per l'ennesima volta nel caos più totale. Dal Mar Rosso – dove gli Houthi continuano ad operare, nonostante i bombardamenti subiti -, alla Siria: costantemente in preda a violenze settarie. Senza contare le turbolenze in Turchia. Velleitario – visto il quadro – l'appello lanciato nelle scorse ore da Parigi, Londra e Berlino per un “immediato ritorno al cessate il fuoco” a Gaza; che resta l'epicentro delle tensioni, specie dopo il recente strappo di Israele.
Nelle ultime 48 ore, secondo fonti di Hamas, almeno 130 palestinesi avrebbero perso la vita. Sulla situazione nella Striscia avevamo sentito nei giorni scorsi il docente di studi strategici Germano Dottori. Un focolaio “che non si riesce a chiudere in nessun modo – aveva sottolineato il Consigliere scientifico di Limes -; anche perché ci sono delle sensibilità fortissime, e Netanyahu ha l'esigenza di riportare un successo decisivo che evidentemente ancora gli sfugge”.
Nel servizio l'intervista a Germano Dottori (Docente di Studi strategici / Consigliere scientifico Limes)