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Medio Oriente: ancora scenari di guerra in Libano. Al Fatah invita Hamas a lasciare il potere a Gaza

Nuovamente nel caos l'intero Quadrante. Mentre procedono con difficoltà i tentativi diplomatici per una cessazione delle ostilità tra Russia e Ucraina. Rumors di una disponibilità di Pechino per potenziali missioni di peacekeeping

22 mar 2025

Ad innescare l'ennesima escalation, il riportato lancio di 3 razzi, verso Israele. Tutti intercettati; pesante, però, la risposta dello Stato Ebraico. Bombardati distretti meridionali del Libano, oltre ad azioni di terra. Le IDF hanno rivendicato la distruzione di obiettivi di Hezbollah; che tuttavia ha dichiarato di non aver nulla a che fare con il lancio di ordigni, accusando piuttosto Israele di utilizzare pretesti per proseguire gli attacchi. Ciclici, del resto, i raid aerei, dal novembre scorso. Tregua solo sulla carta; anche alla luce del mai completato ritiro di Tsahal.

L'ufficio di Netanyahu dal canto suo ha puntato il dito contro il Governo di Beirut. L'Esercito ha aperto un'inchiesta, ha fatto sapere il Ministro della Difesa libanese; che ha poi rinfacciato – a quello che ha definito “il nemico israeliano” - “continue violazioni” del cessate il fuoco.

Pare si stia nuovamente scivolando in un confronto ad alta intensità; che si sommerebbe al focolaio di guerra mai sopito con gli Houthi, al caos siriano: riportati oggi strike israeliani nei pressi di Damasco.

L'epicentro delle tensioni resta Gaza; dove la tregua da giorni non è che un ricordo; con tutto ciò che ne consegue per i civili. Al Fatah – il partito di Abu Mazen -, ha invitato Hamas “a lasciare la scena”. Si sta rivelando effimera, insomma, l'azione diplomatica dell'Amministrazione Trump nel quadrante mediorientale.

Tutta da verificare anche la concretezza degli sforzi per una cessazione delle ostilità in Ucraina. Entrambi i belligeranti denunciano violazioni alla moratoria sugli attacchi alle infrastrutture energetiche. Mosca ha dichiarato di riservarsi il diritto di rispondere, citando due episodi; l'ultimo un riferito attacco ucraino all'hub gasiero di Sudzha. Speculari le accuse di Kiev. Suonano premature, dunque, le indiscrezioni della stampa tedesca circa la possibilità di una partecipazione cinese ad una potenziale missione di peacekeeping. Perché di pace, appunto, al momento non vi è traccia. Con il Cremlino che parla della speranza di “almeno qualche progresso” nei colloqui con gli Stati Uniti di lunedì a Riad. Visita al fronte, invece, per Zelensky; che ha incontrato le truppe nella cittadina di Pokrovsk: da mesi nel mirino delle forze russe.





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