Fatti di una simile gravità a volte possono mutare il corso di un conflitto, tanto è forte l'onda emotiva. 471 morti, secondo alle autorità della Striscia, il bilancio della strage all'ospedale di Gaza City. Doverosa tuttavia – vista la guerra di comunicazione - la cautela, e non solo sui numeri; agli antipodi, infatti, le versioni dei belligeranti. Israele ha escluso proprie responsabilità; parlando piuttosto di un razzo difettoso della Jihad islamica, e diffondendo a supporto l'audio di una conversazione telefonica.
Non scontato l'”endorsement” di Biden, che ha citato “dati” del Pentagono; sembra che l'esplosione “sia stata fatta dall'altra parte”. Questo uno dei punti chiave dell'incontro con Netanyahu; di prammatica invece l'impegno contro Hamas. Che però – ha rimarcato - “non rappresenta tutto il popolo palestinese”. Dichiarazione non banale, viste le circostanze. Washington rischia comunque di pagare pegno, da un punto di vista politico. Difficile immaginare una tempistica più infelice per questa visita del Presidente in Medio Oriente; come testimoniato dalla decisione delle stesse autorità di Amman di annullare il previsto summit a 4 in Giordania. E anche la partecipazione ad una riunione del Gabinetto di guerra israeliano, potrebbe pesare.
Che Hamas parlasse di complicità statunitense nei “massacri” era in fondo scontato, così come la retorica infuocata di Teheran. Ma colpiscono le nette prese di posizione di alcuni leader di potenze regionali, quali Turchia ed Egitto. Al Sisi ad esempio ha parlato di attacco “intenzionale” di Israele; mentre varie comunità musulmane erano già in fermento: proteste, rappresentanze diplomatiche dello Stato Ebraico prese d'assalto. Disposta l'evacuazione delle ambasciate in Marocco ed Egitto; ma l'allerta è globale. Anche per il rischio di nuove azioni sconsiderate di radicalizzati. Nelle scorse ore episodi inquietanti: dall'allarme bomba al Ghetto ebraico di Roma, ad un tentato attacco incendiario ad una sinagoga di Berlino.
Evacuata ancora Versailles. Minaccia terroristica, fa sapere l'UE, che potrebbe aumentare; tanto che von der Leyen sollecita una stretta sulle espulsioni. Temporaneamente ripristinati – dall'Italia, e altri 8 Paesi – i controlli alle frontiere. E massima attenzione all'evolversi del conflitto; segnali di escalation al confine con il Libano. Ma l'epicentro resta Gaza: dove si segnalano ormai quasi 3.500 vittime. Tsahal ha annunciato la creazione, nei pressi di Khan Younis, di una “zona umanitaria”. 100 milioni di dollari – ha assicurato da parte sua Biden – andranno a sostegno degli sfollati. Ma praticamente in contemporanea, all'ONU, gli Stati Uniti ponevano il veto ad una bozza del Consiglio di Sicurezza, preparata dal Brasile, che chiedeva “pause umanitarie”, nel conflitto, per l'accesso degli aiuti.