Al Consiglio europeo i leader cercano una posizione comune sulla crisi in Medioriente. Dopo la cacofonia di posizioni tra Commissione europea e Consiglio, l’Europa vuole dare prova di unità anche questa volta, e l’idea è quella di partire dalla posizione degli Stati membri espressa al vertice straordinario in videoconferenza del 16 ottobre. Sostegno a Israele nel diritto a difendersi, ma in linea con il diritto internazionale, condanna di Hamas e supporto alla popolazione palestinese le cui aspirazioni non sono rappresentate dal gruppo terroristico.
Esclusa la proposta di un cessate il fuoco, come richiesto da alcuni Stati, tra cui la Spagna, ma si cerca un terreno comune sulla pausa o pause umanitarie per permettere l’accesso agli aiuti vitali per la popolazione di Gaza. Per la premier italiana, Giorgia Meloni, l’Europa può giocare un ruolo nel “dare maggiore peso all'Autorità nazionale palestinese". Per la presidente occorre poi fare di tutto per evitare un’escalation “dalle proporzioni inimmaginabili”.
Sul tavolo dei Ventisette anche la revisione del bilancio pluriennale Ue, su cui va trovato un accordo entro l’anno per poter finanziare gli aiuti all’Ucraina e le nuove azioni sui migranti. Su questo tema la presidente della Commissione von der Leyen illustrerà ai leader le azioni intraprese e avanzerà la proposta di estendere la missione navale Irini e dotarsi di un sistema comune europeo per accelerare i rimpatri.
Domani sarà la volta dell’Eurosummit, con i presidenti dell’Eurogruppo e della Bce, e non è escluso che in quell’occasione possa essere sollevato il tema della mancata ratifica dell’Italia del nuovo trattato del Mes, il Fondo Salva Stati.
Fabio Fantozzi