Logo San Marino RTV

Migranti: a Bruxelles dito puntato sui Paesi di primo approdo, applicare regole Dublino

La corrispondenza di Fabio Fantozzi de La Presse

9 mar 2023

Il dossier migrazione tiene ancora banco a Bruxelles. Il dibattito, tuttavia, non riguarda più solo la dimensione esterna, cara all’Italia. Sul tavolo dei ministri degli Interni riuniti oggi in Consiglio si è tornati infatti a parlare delle regole di Dublino e di movimenti secondari. Un gruppo di sei Paesi Ue - Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania e Olanda, più la Svizzera come membro Schengen - ha sottoscritto un documento congiunto per esprimere "preoccupazione sullo stato attuale del sistema di asilo e in particolare del sistema di Dublino" e rimarcare che “l'applicazione della legislazione esistente può aiutare a creare la fiducia reciproca” tra i Ventisette.

Tutti sono scossi dal naufragio di Cutro a largo delle coste italiane ma la pressione dei flussi si fa sentire anche nei paesi del Centro e Nord Europa, che si vedono arrivare migranti che non sono stati identificati dai paesi di primo approdo come prevede il Regolamento di Dublino. “E’ importante che gli Stati membri rispettino effettivamente il sistema attuale", ha ricordato la ministra svedese per la Migrazione della presidenza di turno del Consiglio Ue. Un sistema che per molti non funziona più.

In particolare con alcuni paesi come l'Italia, che dovrebbero fare di più secondo il ministro francese degli Interni Darmanin, il quale ha riferito di averlo fatto presente anche all’omologo italiano e di volersi recare presto al confine franco-italiano. Intanto, prosegue - coi suoi tempi - il percorso di approvazione dei vari capitoli del pacchetto del Patto Migrazione e Asilo. La tragedia di Cutro “ci ricorderà che i migranti non sono flussi, ma individui, uomini, donne e bambini” ma questo non dovrebbe avere un effetto sui negoziati che stanno già progredendo, ha sottolineato la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson. L’obiettivo è approvarlo entro l’inizio del 2024, prima della fine della legislatura, e, a detta della commissaria, non è un “calendario irrealistico”.

Fabio Fantozzi






Riproduzione riservata ©