E' sempre più netta la vittoria dell'ultradestra di Geert Wilders alle elezioni politiche in Olanda. A spoglio quasi terminato, quando mancano poco meno di trenta comuni da scrutinare su 346, il partito per la libertà (Pvv) del leader anti-Islam e anti-Ue conquista 37 seggi, due in più di quanto previsto dai primi exit poll, primo con il 23,7% dei voti.
A grande distanza, la lista dei Laburisti-Verdi (PvDA-GL) di Frans Timmermans ottiene 25 seggi (15,6% dei voti), aggiudicandosi di misura il secondo posto sui liberali di destra (Vvd) del premier uscente Mark Rutte, guidati dalla leader dalle origini curde Dilan Yesilgoz, ai quali vanno 24 seggi (15,2%).
Il Nuovo contratto sociale (Nsc) fondato dall'outsider cristiano-democratico Pieter Omtzigt ottiene invece 20 seggi, con il 12,9% dei voti. Tra gli altri partiti, molto staccati dai quattro protagonisti del voto, il Movimento dei cittadini boeri (Bbb) a rappresentanza degli agricoltori conquista 7 seggi (4,7%).
Batosta invece per i liberali di sinistra del D66, al governo durante il Rutte IV, scelti questa volta solo dal 6,2% degli elettori e scivolati così a 9 seggi. Indietro il populista Thierry Baudet con il suo Forum per la Democrazia (FvD), fermo a 3 seggi con il 2,2%.