Passerà alla storia per aver messo fine alla cosiddetta crisi del Golfo, l'accordo "di solidarietà e stabilità" firmato al Al Ula, in Arabia Saudita, durante il 41 Gulf Cooperation Summit, da tutti e sei i Paesi del GCC, il Consiglio di Cooperazione del Golfo, Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi, Qatar, Oman e Kuwait.
Il 5 giugno 2017, Riad, Abu Dhabi e Manama, con l'appoggio dell'Egitto, avevano infatti imposto al Qatar un embargo diplomatico ed economico, dopo avere accusato il piccolo Stato di sostenere l'Iran e finanziare gruppi terroristici.
Con l'abbraccio, inaspettato, sulla pista dell'aeroporto di Al Ula, tra il principe ereditario saudita Mohamed Bin Salman e l'emiro del Qatar Al Thani, che da tre anni non partecipava agli incontri delle petromonarchie, si è dunque riaperto il dialogo e riaffermata la cooperazione, economica e politica, nella regione. L'accordo di Al Ula, ha sottolineato Bin Salman nel suo intervento, dopo avere ringraziato gli Stati Uniti e il Kuwait che si sono posti come mediatori per risolvere la crisi, riporta la solidarietà e la stabilità a livello “regionale, arabo ed islamico”. L’Arabia Saudita prima e gli Emirati ieri, hanno quindi riaperto lo spazio aereo e le frontiere terrestri e marittime con il Qatar.
Anche se i contenuti dettagliati dell'accordo non sono stati resi pubblici, oltre a riallacciare i rapporti con Doha, durante il vertice sono stati toccati tutti i nodi cruciali per il Golfo: il conflitto in Yemen, la posizione della Turchia, che negli ultimi anni ha appoggiato il Qatar e la Fratellanza Musulmana, l'Iran con il suo programma nucleare, gli accordi Abraham con Israele, l'impatto delle elezioni del nuovo presidente americano.
E mentre il Governo emiratino ha smentito con forza la notizia, riportata da alcuni media israeliani, di un attacco terroristico iraniano sventato a Dubai il 3 gennaio, anniversario dell'uccisione del generale Soleimani, all'indomani dell'accordo di Al Ula è arrivata anche la dichiarazione del ministro degli Esteri iraniano Zarif. "Congratulazioni al Qatar per il successo della sua coraggiosa resistenza alla pressione e all'estorsione - ha detto -. Agli altri nostri vicini arabi diciamo che l'Iran non è né un nemico né una minaccia. È ora di accettare la nostra offerta per un regione forte".