Alex Jones, per anni, ha bollato la carneficina nella scuola elementare di Sandy Hook – nel dicembre del 2012, un uomo di 20 anni uccise 27 persone, di cui 20 bambini tra i 6 e i 7 anni - come una "bufala" del governo e le famiglie delle vittime "attori" pagati dall’amministrazione del presidente Barack Obama. Denunciato per diffamazione e danni morali dalla famiglia di una bambino morto nella strage, ora dovrà pagare 4 milioni di dollari come risarcimento.
Jones è molto noto degli Stati Uniti come conduttore radiofonico di estrema destra e fondatore del sito cospirazionista InfoWars. Nelle sue trasmissioni sosteneva che la strage nella scuola elementare di Sandy Hook, in Connecticut, fosse stata una messinscena per far passare leggi sulla restrizione alla vendita e all’uso delle armi. Una “teoria” che aveva provocato enormi disagi ai genitori dei bambini, per anni perseguitati e offesi dai seguaci di Jones.
Quella della scuola, non è la sua unica “teoria” del complotto che sosteneva. Fra queste vi è quella definita “Pizzagate”, secondo la quale nei sotterrai (che non c'erano) di una pizzeria di Washington D.C. - il Comet Ping Pong – vi fosse un traffico di esseri umani e abuso di minori a cui partecipavano alcuni alti funzionari del partito democratico americano. Il 5 dicembre 2016 un uomo della Carolina del Nord si è recato al Comet Ping Pong per indagare sul presunto complotto e ha fatto fuoco con un fucile all'interno del ristorante.
Durante il dibattimento – riporta Il Post -, Jones ha ammesso di essere consapevole, ora che ha incontrato i genitori, che la strage è stata “al 100 per cento reale”. Già in una deposizione giurata del 2019 aveva detto che al tempo dei fatti era stata una “forma di psicosi” a portarlo a negare la realtà dei fatti. Alex Jones dovrà sostenere altri due processi simili e potrebbe essere accusato di “falsa testimonianza” per alcune delle risposte date sotto giuramento.