E' il 19 maggio del 1944, come riporta Ansa, e i loro volti compaiono per una manciata di secondi dietro il finestrino appannato del treno che li porterà in un campo di sterminio nazista. Fotogrammi diventati storia nella maggior parte dei documentari sulla Shoah. Quei due bambini di 1 e 3 anni, sono rimasti per anni senza nome, ma con un destino apparso drammaticamente certo, quello delle vittime anonime della barbarie nazista. Fino a quando due ricercatori olandesi sono riusciti a rintracciarli, entrambi vivi, entrambi con un ricordo indelebile dei campi di sterminio.
A raccontare la loro storia è il New York Times. Marc e Stella Degen furono deportati con i loro genitori nel campo di concentramento di Bergen-Belsen in Germania. E sono riusciti a sopravvivere grazie a un prigioniero che, dopo la morte dei loro genitori, si è preso cura di loro, nascondendoli e proteggendoli. "Ora sento che posso gridare: sono ancora qui! I nazisti non mi hanno preso!", ha detto Marc Degen, che ha recentemente compiuto 80 anni, in un'intervista dalla sua casa ad Amstelveen, un sobborgo di Amsterdam.