L'obiettivo è giungere ad un accordo sulla riforma del copyright. La maratona negoziale dell'Unione Europea è partita ieri sera e proseguirà nella giornata di oggi, con la probabilità di andare oltre. Una riforma in discussione da tempo, che punta a modernizzare il diritto d’autore e che ha come obiettivo complessivo la creazione un “diritto di vicinato” nel diritto d’autore per gli editori di quotidiani, che consentirebbe a giornali, riviste o agenzie di stampa di essere remunerati per il riutilizzo online della loro produzione da parte di aggregatori di informazioni come Google News.
Il punto che sta più a cuore agli editori vede ancora da sciogliere il nodo della protezione degli snippet, ovvero titolo, testo e foto di presentazione degli articoli online che rinviano alle pagine degli articoli. Il testo di compromesso in discussione chiede l'esclusione di quelli che fanno "uso di parole individuali o estratti molto corti di una pubblicazione di stampa", mentre quello adottato a settembre dall'Europarlamento offriva maggiore protezione agli editori.
È poi da determinare la durata della protezione del materiale: "1 o 2 anni", indica la bozza in discussione, mentre prima erano stati proposti 5 e 20 anni. In ballo è anche il "giusto compenso" per i giornalisti per i "redditi aggiuntivi" derivanti dalla remunerazione da parte delle piattaforme.
Ancora più controverso il capitolo sulla "remunerazione appropriata e proporzionale" ad artisti e autori e la libertà data agli stati membri di usare meccanismi nazionali. Permane infatti il disaccordo sul "diritto di revoca" totale o parziale da parte degli artisti delle licenze concesse per lo sfruttamento delle loro opere in caso di carenze gestionali dei detentori dei diritti.
Un nodo cruciale rimane anche l'esenzione delle pmi dagli obblighi sul copyright, tuttora in discussione sul tavolo dei negoziati. Il compromesso attuale trovato da Germania e Francia e fatto passare dalla presidenza romena - prevede l'esclusione dalla norma solo per quelle piattaforme online con meno di tre anni di vita, un giro d'affari annuale inferiore a 10 milioni di euro e 5 milioni di utenti unici per anno.
Ci sono poi altri due aspetti controversi: la definizione di "comunicazione al pubblico" e le relative "responsabilità" ed eccezioni per le piattaforme online come Facebook o Google, nonché i "meccanismi extragiudiziali" per la risoluzione delle dispute "in modo imparziale" in caso di controversie con gli utenti su materiale caricato online ma bloccato dalle piattaforme per violazione del copyright in base alle nuove regole Ue. Infine, c'è il nodo del data mining sui testi (l'insieme delle tecniche e delle metodologie che hanno per oggetto l'estrazione di informazioni utili da grandi quantità di dati), soprattutto, delle sue eccezioni.
Da qui il nuovo appello del mondo della cultura - editori, giornalisti, artisti, musicisti, autori, agenzie di stampa - a Parlamento, Consiglio e Commissione Ue per arrivare a un'intesa e migliorare la direttiva sul diritto d'autore, evitando il rischio che si areni per sempre data la fine imminente della legislatura europea.
Il punto che sta più a cuore agli editori vede ancora da sciogliere il nodo della protezione degli snippet, ovvero titolo, testo e foto di presentazione degli articoli online che rinviano alle pagine degli articoli. Il testo di compromesso in discussione chiede l'esclusione di quelli che fanno "uso di parole individuali o estratti molto corti di una pubblicazione di stampa", mentre quello adottato a settembre dall'Europarlamento offriva maggiore protezione agli editori.
È poi da determinare la durata della protezione del materiale: "1 o 2 anni", indica la bozza in discussione, mentre prima erano stati proposti 5 e 20 anni. In ballo è anche il "giusto compenso" per i giornalisti per i "redditi aggiuntivi" derivanti dalla remunerazione da parte delle piattaforme.
Ancora più controverso il capitolo sulla "remunerazione appropriata e proporzionale" ad artisti e autori e la libertà data agli stati membri di usare meccanismi nazionali. Permane infatti il disaccordo sul "diritto di revoca" totale o parziale da parte degli artisti delle licenze concesse per lo sfruttamento delle loro opere in caso di carenze gestionali dei detentori dei diritti.
Un nodo cruciale rimane anche l'esenzione delle pmi dagli obblighi sul copyright, tuttora in discussione sul tavolo dei negoziati. Il compromesso attuale trovato da Germania e Francia e fatto passare dalla presidenza romena - prevede l'esclusione dalla norma solo per quelle piattaforme online con meno di tre anni di vita, un giro d'affari annuale inferiore a 10 milioni di euro e 5 milioni di utenti unici per anno.
Ci sono poi altri due aspetti controversi: la definizione di "comunicazione al pubblico" e le relative "responsabilità" ed eccezioni per le piattaforme online come Facebook o Google, nonché i "meccanismi extragiudiziali" per la risoluzione delle dispute "in modo imparziale" in caso di controversie con gli utenti su materiale caricato online ma bloccato dalle piattaforme per violazione del copyright in base alle nuove regole Ue. Infine, c'è il nodo del data mining sui testi (l'insieme delle tecniche e delle metodologie che hanno per oggetto l'estrazione di informazioni utili da grandi quantità di dati), soprattutto, delle sue eccezioni.
Da qui il nuovo appello del mondo della cultura - editori, giornalisti, artisti, musicisti, autori, agenzie di stampa - a Parlamento, Consiglio e Commissione Ue per arrivare a un'intesa e migliorare la direttiva sul diritto d'autore, evitando il rischio che si areni per sempre data la fine imminente della legislatura europea.
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