Il leader della Wagner Prigozhin sembra sparito nel nulla. Non si hanno sue notizie da ore. Aveva minacciato di conquistare il ministero della Difesa a Mosca e smentito Putin sulle motivazioni dell'invasione in Ucraina. Ora si è ritirato, ufficialmente per “non spargere sangue in un conflitto fratricida”, accettando – ma lui non lo conferma – una sorta di esilio in Bielorussia. Un golpe durato meno di 24 ore. Un anno e mezzo fa Putin aveva le sue truppe alla periferia di Kiev, ora una rivolta armata alle porte della sua capitale. “Gli eventi in Russia – secondo la Nato – mostrano l'errore strategico del capo del Cremlino”: “il mostro da lui creato – così parla l'alto rappresentante Ue Borrell – gli si rivolta contro”. Le fragilità di Mosca potrebbero riflettersi anche sull'economia, con un aumento del costo del petrolio. Due rappresentanti dei dicasteri esteri cinese e russo si incontrano per valutare la stabilità politica di Mosca: il rischio per Pechino è di perdere un alleato affidabile e ritrovarsi con un confine destabilizzato. Il ministro della difesa russo Shoigu intanto appare in un video che lo mostra in visita alle truppe del Donbass, ma è impossibile verificarne la data. Sarebbe la sua prima apparizione pubblica dall'ammutinamento di Wagner. Secondo l’intelligence britannica l’Ucraina sta capitalizzando sulla situazione con avanzamenti significativi nella direzione di Bakhmut. Mentre per Prigozhin non è terminato il procedimento penale con l'accusa di ribellione armata: rischia 20 anni e continua a essere indagato dal dipartimento investigativo dell'Fsb russo. “Mosca è indebolita e Putin sta vacillando”, commenta il ministro degli Esteri Tajani, che oggi a Lussemburgo discute con i colleghi Ue e il ministro di Kiev Kuleba dell'invasione russa dell'Ucraina.