La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha condannato la Russia a risarcire 100mila euro di danni morali a Marina Litvinenko, vedova di Aleksandr Litvinenko, l'ex spia del Kgb morto a Londra il 23 novembre 2006 a causa di una contaminazione da Polonio 210. La sentenza conferma le tesi riportate nel libro “Perché mi hanno ucciso” curato dal giornalista di San Marino Rtv Luca Salvatori e pubblicato da Aiep nel 2008. Nel volume Andrei Lugovoy e Dmitry Kovtun venivano già indicati come esecutori materiali dell'avvelenamento dallo stesso Litvinenko che in punto morte scrisse anche una lettera aperta sostenendo che Putin fosse il mandante. A Mosca si è alzato un vero e proprio fuoco di sbarramento contro la sentenza. Il Cremlino la giudica "infondata". "È improbabile che la Corte di Strasburgo abbia l'autorità o le capacità tecnologiche per avere informazioni sulla questione", ha commentato il portavoce di Putin Dmitry Peskov. Per il ministero degli Esteri la sentenza stessa solleva "molte domande" e il suo obiettivo non è altro che propagare "la russofobia". Lugovoy, che da anni è diventato deputato alla Duma, l'ha liquidata come "un'idiozia politicamente motivata".
Russia condannata per morte Litvinenko: confermate le tesi del libro "Perché mi hanno ucciso"
Pubblicato da Aiep nel 2008 riportava anche la lettera scritta in punto di morte dall'ex agente Fsb che indicava Putin come mandante
22 set 2021
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