Dopo una serie di rumors sulla stampa internazionale, nel tardo pomeriggio arriva la conferma dalla polizia israeliana: Yahya Sinwar, il capo di Hamas a Gaza, è stato ucciso. La morte nel corso di un raid nella città di Rafah, nel sud della Striscia. Un obiettivo, per l'esercito di Tel Aviv, raggiunto per caso: i militari non sapevano che Sinwar fosse all'interno di quell'edificio. Le truppe avevano visto dei combattenti entrare all'interno ed è stato ordinato l'attacco. Solo dopo aver raggiunto l'area per un sopralluogo, si sono resi conto che una delle vittime somigliava molto al capo di Hamas.
Diversi i test eseguiti tra i quali quello dell'arcata dentale. Dna e impronte erano già negli archivi di Tel Aviv: in passato Sinwar era finito in carcere in territorio israeliano. Considerato la mente dell'attacco del 7 ottobre, era chiamato “il macellaio di Khan Yunis” a Gaza. Per i media occidentali questa potrebbe essere la svolta per arrivare alla fine del conflitto. Secondo il New York Times, l'organizzazione ora dovrà accettare alcune delle richieste di Israele. Per il premier Netanyahu una vittoria sul piano politico. Intanto, nuovi scontri incrociati in Libano tra Israele e Hezbollah. E tiene banco, a livello internazionale, il tema della tutela delle forze Unifil delle Nazioni Unite.