Frizioni nei rapporti già tesi tra Russia e Occidente. C'è aria di ritorsioni. Il presidente Putin revoca un decreto del 2012 che sosteneva la sovranità della Moldavia sulla questione Transnistria, regione separatista appoggiata da Mosca e confinante con l'Ucraina. La Duma approva la sospensione del trattato nucleare Start. Torna la minaccia, dunque, anche nelle parole dell'ex presidente Medvedev: “Se gli Stati Uniti vogliono sconfiggere la Russia – attacca –, allora abbiamo il diritto di difenderci con ogni arma, comprese quelle nucleari”.
A Mosca intanto l'inviato di Pechino Wang Yi incontra Lavrov e Putin. “Insieme – afferma il ministro degli Esteri russo – dimostriamo coesione e volontà di difendere gli interessi reciproci nel rispetto – conclude – della legge internazionale e del ruolo dell'Onu”. D'accordo il presidente Putin, secondo cui le relazioni russo-cinesi “stabilizzano la situazione internazionale”. Relazioni che secondo il capo della diplomazia Wang Yi “non sono dirette contro Paesi terzi, ma non cedono nemmeno alle pressioni di questi ultimi”. A valutare un viaggio a Mosca tra aprile e maggio sarebbe anche lo stesso presidente cinese Xi Jinping, che venerdì dovrebbe tenere un discorso proprio nell'anniversario dell'invasione russa in Ucraina. Una Cina ambigua, che prova a riallacciare i rapporti con l'Europa ma senza distanziarsi dalla Russia. A Varsavia il presidente Usa Biden incontra nuovamente il presidente polacco Duda e i leader del “gruppo di Bucarest”, nove Paesi del nord ed est Europa nella Nato. Sul campo di battaglia nuovi allarmi aerei in tutta l'Ucraina. Scontri concentrati nell'Est del Paese, a Bakhmut, e i filorussi annunciano di aver quasi raggiunto il centro della città.