Decisamente cambiata, la situazione sul campo, rispetto ai primi colloqui; quando l'esercito russo, dopo aver visto svanire l'ipotesi di un rapido collasso delle forze armate e della leadership ucraina, sembrava impantanato su più fronti, a causa di una resistenza coriacea. Da qui una posizione di debolezza, al tavolo negoziale; visto anche un regime di sanzioni sempre più asfissiante a livello internazionale. Ma evidentemente a Mosca era pronto un piano B. In questi giorni si è vista allora un'offensiva accompagnata da un volume di fuoco enormemente superiore rispetto alle prime fasi, quando si cercava forse di limitare al massimo il coinvolgimento di civili.
Cambio d'approccio evidente nel dramma che si sta vivendo a Kharkiv, ripetutamente colpita. Mentre è a sud che si registrano i più sostanziosi progressi delle forze russe, con la conquista di Kherson: snodo strategico in direzione di Odessa, dove si vivono ore febbrili in vista di un possibile assedio. Si prospetta una battaglia selvaggia, inoltre, a Mariupol, completamente accerchiata e priva di forniture. Sembra dunque profilarsi un'occupazione totale della costa sul Mar Nero, che priverebbe l'Ucraina di ogni sbocco marittimo.
E' in queste condizioni che si è svolto il secondo round negoziale a Brest, in Bielorussia. Indicativo il fatto che nelle ore precedenti Zelensky avesse chiesto colloqui diretti con Putin per “fermare la guerra”; e questo dopo una sorta di grido d'aiuto all'Occidente. Se l'Ucraina cade – ha ammonito – toccherà poi ai Baltici. L'impressione insomma è che il tempo, al momento, giochi a favore del Cremlino, che aveva aperto a possibili “pause”, nelle operazioni militari, per favorire l'evacuazione di civili. E proprio sull'apertura di corridoi umanitari si è raggiunta un'intesa nei colloqui odierni; e soprattutto su un cessate il fuoco immediato: forse l'obiettivo massimo di questa seduta. Già fissato un altro incontro; il capo delegazione russo ha parlato di “progressi significativi”. Anche se Putin sembra deciso: “non ritornerò mai indietro – ha detto - rispetto alla mia dichiarazione che Russia e Ucraina sono un unico popolo”. Tutto ciò mentre Kiev parla di perdite civili sempre più elevate. Sfiorato in mattinata un grave incidente diplomatico, con il siluramento di un cargo estone; batteva bandiera panamense, si è poi scoperto. Tutti salvi i membri dell'equipaggio.