La tensione è sempre più alta. Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che “le sanzioni imposte al suo Paese equivalgono a una dichiarazione di guerra”. E intanto, sulla scia delle decisioni prese da altre testate estere, anche la Rai e il Tg5 Mediaset hanno deciso di sospendere i servizi giornalistici dei propri inviati e corrispondenti dalla Russia, dopo l'approvazione di una legge che prevede il carcere fino a 15 anni per chi diffonde "false" informazioni sull'esercito russo in Ucraina. In tutta Europa manifestazioni per la pace, anche a Roma un corteo sfila per le vie del centro. A dieci giorni dall'inizio della guerra e alla vigilia di un terzo round negoziale, Mosca aveva promesso una tregua per permettere ai corridoi umanitari di evacuare Mariupol e Volnovakha. Ma le autorità locali informano che l'evacuazione “è stata rinviata perché le forze russe continuano a bombardare le città”. A stretto giro la risposta del ministro degli Esteri russo Lavrov: “Ai corridoi umanitari non si è presentato nessuno”.
E poi l'attacco al presidente ucraino Zelensky: “Vuole scatenare una guerra tra Mosca e la Nato”. Intanto l'offensiva non si ferma. Città sotto attacco aereo e terrestre. Kiev accerchiata, anche se il lungo convoglio di carri armati si è fermato a 25 km dalla capitale. A Sud è pronto l'assalto a Odessa. In un nuovo discorso, Zelensky si rivolge ai suoi cittadini e chiede: "Chi può resti a combattere" e aggiunge: “Quasi 10mila soldati russi sono stati uccisi. E' terribile, sono 18enni, ventenni, quasi bambini, soldati a cui non è stato spiegato che stavano andando a combattere”. E poi la richiesta al Fondo Monetario Internazionale un finanziamento di emergenza per l'Ucraina pari a 1,4 miliardi di dollari, che sarà esaminato dal board all'inizio della prossima settimana. E poi il premier israeliano Bennet a sorpresa a Mosca per colloqui sulla guerra. La stampa ucraina riferisce infine dell'uccisione di un negoziatore del Paese accusato dall'intelligence di essere una spia russa.