Le cronache di queste ore parlano di una fase particolarmente violenta del conflitto. Con i belligeranti decisi a raggiungere a qualunque costo i propri obiettivi primari: da una parte la totale conquista del Donbass – politicamente imprescindibile per il Cremlino -; dall'altra un'avanzata a sud, che garantirebbe a Kiev “potere negoziale” in un'eventuale, futura, trattativa. Ed effettivamente i recenti strike, su target militari russi nella regione di Kherson, potrebbero essere i prodromi della più volte annunciata controffensiva di agosto. Il punto è se i sistemi d'arma forniti dall'Occidente siano in grado di invertire l'inerzia del conflitto. Micidiale, comunque, l'efficacia degli statunitensi Himars. E' con questi lanciarazzi multipli che potrebbe essere stata colpita Novaya Kakhovka, controllata dalle forze del Cremlino. Nel mirino, secondo gli ucraini, un deposito di munizioni; ma le autorità filo-russe locali riportano l'esplosione di un magazzino di fertilizzanti, che avrebbe provocato la morte di almeno 7 civili nelle aree circostanti; con centinaia di persone ancora sotto le macerie e decine di feriti. Ieri era stato invece Zelensky a puntare il dito contro Mosca, parlando di “attacchi brutali” su Kharkiv. E' il volto più crudele della guerra, quello che si sta vedendo; nell'attesa di nuove – selvagge – battaglie urbane.
Perché nel Donetsk ancora in mano ucraina cresce la pressione dei russi; che continuano a raggruppare forze, ed avanzano – come riconosce l'intelligence britannica – a piccoli passi, ma in modo metodico. Già da tempo a tiro d'artiglieria 3 centri strategici come Siversk, Bakhmut e soprattutto Sloviansk. Ci si chiede dove, e quando, potrebbe esserci la spallata. Sempre che questa progressione non sia arrestata dai bombardamenti ucraini, in profondità, sulle retrovie. Ma a dare manforte a Mosca, secondo Washington, potrebbe esservi l'Iran. Secondo il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, infatti, Teheran si starebbe preparando a fornire alla Russia droni, inclusi alcuni armati. Mosca punta a sua volta il dito contro gli USA, in queste ore; accusandoli di aver “provocato un'escalation della crisi ucraina e scatenato un violento confronto ibrido con la Russia”. La portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova ha poi dichiarato come “Washington e i suoi alleati” stiano “pericolosamente barcollando sull'orlo di uno scontro militare aperto” con la Russia; “il che significa – ha aggiunto - un conflitto armato diretto tra potenze nucleari”. “Chiaramente – ha concluso -, tale scontro rischierebbe di provocare un'escalation nucleare”.