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Ucraina; prosegue l'offensiva delle forze di Kiev nella zona meridionale della regione di Kharkiv

Il Consiglio Europeo ufficializza intanto la sospensione dell'accordo di facilitazione dei visti tra l'Ue e la Russia

9 set 2022

Al momento si può parlare forse del più clamoroso successo tattico degli ucraini, dall'inizio del conflitto. Tutto può ancora succedere, l'effetto sorpresa è esaurito, e i russi – dopo lo choc della spallata – starebbero facendo affluire consistenti riserve nell'area, per tentare di mettere in sicurezza lo strategico nodo di Kupiansk, ormai a tiro d'artiglieria. Di certo l'avanzata in profondità a sud di Kharkiv sta facendo molto male alle forze del Cremlino; e se l'inerzia rimarrà invariata, ad essere minacciato – a breve – potrebbe esservi l'intero gruppo di Izjum: imprescindibile per esercitare pressione sul Donbass.

Tanto importante ciò che sta accadendo ad est, da fare apparire secondario il fronte di Kherson; dove la controffensiva ucraina – più volte annunciata – ha prodotto fino ad ora modesti guadagni territoriali, a fronte di perdite forse pesanti. Ma anche qui le truppe russe – nonostante siano ben trincerate - sono in una situazione scomoda, visto il caos nelle retrovie prodotto dai continui strike di precisione effettuati con i sistemi d'arma forniti dall'Occidente.

L'impressione è che si sia di fronte ad una svolta, ed è presumibile cadano molte teste, in questi giorni, a Mosca. Piuttosto sorprendente, allora, vista la situazione, quella che può essere letta come una certa “vicinanza” da parte di Erdogan a Putin. Nei giorni scorsi aveva parlato di politiche di “provocazione” dell'Occidente verso la Russia. In queste ore ha invece sottolineato come le esportazioni di cereali dall'Ucraina non raggiungano i Paesi in via di sviluppo; confermando dunque ciò che aveva detto di recente il Presidente russo. In giornata anche la comunicazione ufficiale, da parte del Consiglio Europeo, della sospensione dell'accordo di facilitazione dei visti con la Russia.

Polonia e Baltici sono andati addirittura oltre, con lo stop all'ingresso dei turisti dal 19 settembre. Particolare la situazione di San Marino; nella sessione consiliare di fine febbraio era infatti previsto l'esame dell'accordo con Mosca sulle condizioni dell'esenzione dall'obbligo del visto d'ingresso per i viaggi reciproci. Il comma - per ovvi motivi -, venne rinviato. C'è da dire che in ogni caso, per arrivare in Repubblica, i cittadini russi – e di ogni altro Paese – devono essere in regola con le norme di Shengen, poiché il Titano non rilascia visti d'ingresso. L'accordo, insomma, avrebbe avuto un reale effetto solo per i viaggi dei sammarinesi.





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