L'Occidente tra oltrepassando tutte le linee rosse, anche quelle più profonde: dure la parole del presidente russo Putin in una recente intervista. Il riferimento è alla fornitura di armi all'Ucraina. Una condotta che, per Putin, iniziò già nel 2014. Dichiarazioni che fanno crescere ancora di più la tensione con, sullo sfondo, lo spettro nucleare, dopo l'annuncio del presidente russo di voler dispiegare armi di questo tipo in Bielorussia. La retorica nucleare è “pericolosa e irresponsabile”, è stata la dura risposta della Nato che ha assicurato il monitoraggio della situazione.
Da Bruxelles l'Alto rappresentante dell'Ue Borrell parla di “una minaccia alla sicurezza europea” e si appella alla Bielorussia affinché fermi questa escalation. “L'Ue – anticipa – è pronta a rispondere con ulteriori sanzioni”. Per Kiev, Mosca sta tenendo Minsk come “ostaggio nucleare”. E di fronte a una situazione di fatto imprevedibile l'Ucraina chiede una riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza Onu. Intanto, gli Stati Uniti affermano di non aver "alcuna indicazione" che la Russia abbia trasferito armi nucleari alla Bielorussia.