Dopo il nulla di fatto di Antalya, le dichiarazioni odierne di Putin, che ha parlato di “alcuni progressi nei colloqui russo-ucraini”. Repentini i rialzi nei listini internazionali; ma al momento non si intravedono elementi sostanziali a sostegno di queste parole; che mal si conciliano con la replica, a stretto giro, di Zelensky: “siamo già sulla strada per la vittoria”, ha detto. Sembra allora il tempo, l'elemento determinante di questo conflitto. Ne ha un bisogno vitale Kiev, per permettere l'arrivo di nuove forniture militari, e rendere progressivamente insostenibile per Mosca l'offensiva. Opposte le esigenze del Cremlino, che potrebbe ora decidere di entrare con decisione nei grandi centri urbani – con tutte le conseguenze del caso –, per avere carte determinanti da giocare al tavolo negoziale. Nel mirino Mariupol, anche alla luce dell'apporto fornito dalle milizie della repubblica secessionista di Donetsk, fortemente motivate.
Si è parlato oggi della conquista di un centro strategico, a nord della città assediata. Notizia da prendere con beneficio d'inventario, come tutte quelle diffuse dalle parti belligeranti. E' in questo clima di “nebbia informativa” che si sta assistendo ad uno scambio di accuse sulla presunta presenza di armi chimiche, ed il loro eventuale utilizzo. Nessun dubbio invece sulle pesanti ripercussioni di questa guerra sui civili ucraini. Segnalati raid anche in aree ad ovest del Dnepr, e lontane dalla zona calda dei combattimenti, come Lutsk e Ivano-Frankivsk: bombardamenti di precisione contro piccoli aeroporti, sostiene Mosca; che annuncia l'arrivo di “volontari”, dal Medio Oriente, pronti a combattere nel Donbass.
Tutto ciò mentre a Versailles prosegue il vertice dei leader dell'UE, pronti a nuove sanzioni contro la Russia; mentre si annuncia più complesso il dibattito sull'adesione di Kiev all'Unione. Si attende un parere della Commissione; dichiarata comunque la volontà di approfondire la partnership. “Abbiamo chiesto tutti insieme tante volte al Presidente Putin di cessare le ostilità e in particolare i bombardamenti sui civili”, ha dichiarato ieri il Premier italiano Draghi, "continueremo a farlo".