Fa leva sul patriottismo, Zelensky. A fronte di una situazione sul campo al momento problematica, ha ribadito nel videomessaggio serale la linea “zero compromessi”; prospettando la vittoria in quella che definisce “l'eroica battaglia per il Donbass”, e soprattutto la riconquista della Crimea. Non propriamente un dettaglio la deterrenza nucleare russa, in un simile scenario. Il Presidente ucraino è tuttavia consapevole del peso del fattore tempo. Un'impasse prolungata potrebbe intiepidire il sostegno occidentale. Da qui la necessità di dare una scossa; ciò spiega forse la visita odierna – non priva di rischi – in una località imprecisata alle porte di Bakhmut. Strette di mano ai soldati, omaggio ai caduti, consegna di onorificenze. “Le forze di difesa tengono la città”, ha twittato Andrii Yermak: autentica eminenza grigia del Governo. Ma una cosa è la narrazione – l'epopea della città imprendibile -, un'altra è la cruda realtà di chi si trova a combattere tra le macerie. Costante la pressione delle forze russe; che pare controllino più della metà dell'abitato, tenendo sotto tiro le linee logistiche ucraine.
La consegna, per i difensori, è resistere, in attesa dell'annunciata controffensiva. Si ipotizza un attacco a sud, verso il Mar d'Azov, una volta operativi i sistemi d'arma promessi dall'Occidente. Come i carri challenger britannici. La volontà di Londra di fornire munizioni all'uranio impoverito ha scosso Mosca. “Provocherà un'ulteriore escalation”, ha ammonito Lavrov. Ma non sarebbe certo la prima linea rossa ad essere superata. E' ormai guerra totale, del resto. Bombardamenti su Zaporizhzhia e nuovi attacchi con droni, nella notte, nella regione di Kiev. Le autorità ucraine segnalano vittime civili. Un fuoco fatuo il piano di pace cinese, prontamente “silurato” da Washington. Che pure oggi, tramite Blinken, ha riconosciuto come non vi siano evidenze di forniture di armi letali alla Russia da parte di Pechino.
Senonché, per questi due Paesi, sarebbero proprio gli Stati Uniti a “minare” la sicurezza globale. Nell'incontro moscovita Putin e Xi hanno rinsaldato la partnership tattica; insistendo sulla necessità di un nuovo ordine multipolare. “In questo momento – avrebbe detto il leader cinese - stanno avvenendo cambiamenti che non si vedevano da 100 anni. E stiamo guidando questi cambiamenti insieme”.