A Place de Luxembourg tutta la rabbia di quelli che la stampa già chiama i “gilet verdi”. Centinaia di trattori hanno progressivamente paralizzato Bruxelles. Avanguardia di una rivolta che dilaga ormai da settimane in tutto il Continente, gli agricoltori che oggi hanno lanciato uova e petardi contro la sede dell'Eurocamera. Appiccati roghi, abbattuta una scultura. La polizia ha risposto azionando gli idranti. Alla base della protesta la Politica agricola comune dell'Unione, ed il Green Deal: giudicato dai manifestanti scollato dalla realtà. Turbolenze che hanno indotto i vertici UE a parziali marce indietro: dall'apertura sui terreni a maggese, a salvaguardie rafforzate per gli agricoltori dell'est Europa; da tempo infuriati per l'afflusso di grano ucraino a basso costo.
L'azzeramento dei dazi fu una risposta anche politica all'aggressione russa. Una linea, quella del supporto a lungo termine di Kiev, confermata proprio oggi nel corso del vertice straordinario. Risultato non banale, visto il precedente veto di Orban. Da qui una serie di pressioni; il Financial Times, nei giorni scorsi, aveva rivelato come si stesse ragionando su un blocco dei fondi comunitari a Budapest. Che aveva reagito parlando di ricatto. Una serie di colloqui informali, specie con la Premier italiana Meloni, avrebbero infine indotto il Primo Ministro ungherese a dare il via libera.
Annunciato su X da Charles Michel: tutti i 27 leader – ha scritto – hanno concordato un pacchetto di sostegno aggiuntivo di 50 miliardi di euro all'interno del bilancio UE. Il Presidente del Consiglio Europeo ha poi sottolineato come l'Unione stia assumendo la leadership del sostegno all'Ucraina. Proprio su questo punto l'immediata stoccata del Cremlino; che ha accusato Washington di voler “spostare l'onere finanziario” dell'aiuto a Kiev “sulle spalle dei contribuenti” del Vecchio Continente. Non un dettaglio la tempistica: con le elezioni europee ormai in vista.
Dall'altra parte la soddisfazione di Zelensky; la decisione presa – ha detto - “dimostra ancora una volta la forte unità dell'UE”. Più complessa, invece, la situazione sul fronte interno; la CNN prevede - in settimana – il licenziamento del capo delle forze armate Zaluzhny: il leader forse più popolare, attualmente, nel Paese; e da tempo – a quanto pare – in rotta di collisione con il Presidente. A fronte di queste turbolenze la già difficile situazione sui campi di battaglia; con le forze ucraine sulla difensiva un po' ovunque, e alle prese con una costante “fame” di munizioni.